Creazione o evoluzione, fede o scienza?

di Giuseppe Guarino

Credo di avere già utilizzato questo titolo e sono certo che l’abbiano fatto anche altri, ma lo riutilizzo comunque perché riguarda un quesito che è vero ancora per molti e forse anche per me.  

Devo confessare di avere una propensione naturale per la scienza ed un grande amore per la fantascienza; eppure sono un uomo di fede. Sono per natura molto razionale e ho dovuto razionalmente rinunciarci per riconoscere dei principi di una razionalità superiore. Non credo di essere un uomo essere irrazionalmente “irrazionale”, bensì razionalmente più che “razionale”. Credo nella scienza, intesa come la ricerca delle leggi che regolano l’universo; ma credo anche le regole dell’universo le abbia stabilite un’entità superiore che chiamiamo Dio e che tali regole sono in ultima analisi soggette a Lui, che può gestirle a proprio piacimento. 

Siamo giunti su questo pianeta per caso, frutto di un’esplosione verificatasi 15 miliardi di anni fa e in seguito ad un casuale processo di evoluzione?

La realtà è che come la scienza non è riuscita a dimostrare l’inesistenza di Dio, i religiosi non possono in maniera soddisfacente confutare quello che teorizzano gli scienziati. Ho letto diversi libri di scienziati credenti, ma confesso di non avere la preparazione scientifica per valutare se ciò che sostengono corrisponda al vero. Allo stesso modo, leggo ammirato dei testi scientifici, ma è più stupore da bambino che convinzione consapevole.

La teoria del Bing Bang è la più accreditata fra quelle esposte per provare a dare una spiegazione all’origine al nostro universo. La parola chiave è: “teoria”. Non vi è infatti una dimostrazione scientifica possibile per il big bang, ma solo teorica; non è un evento riproducibile, non si possono avere certezze assolute nonostante, nell’esporre le teorie, alcuni scienziati si lasciano andare ad entusiasmi eccessivi.

In tempi passati le convinzioni degli uomini di scienza erano ben altre.

“Aristotele e la maggior parte degli altri filosofi greci, d’altra parte, non amavano l’idea di una creazione perché sapeva troppo di intervento divino. Credevano, quindi, che la razza umana e il mondo che la circondava fossero esistiti e sarebbero esistiti per sempre”. Stephen Hawking, A Brief History of Time , p. 9

Lo stesso Hawking più avanti spiega in che direzione si è mossa l’evoluzione compiuta dal pensiero scientifico e oggi, almeno sembra, scienza e fede condividano la convinzione che tutto abbia avuto un inizio – e forse condividono anche la consapevolezza che tutto avrà una fine!

Oggigiorno quasi tutti ritengono che l’universo abbia avuto inizio dalla grande esplosione (big bang) di una singolarità”, ibid. p. 59

Si possono raffrontare cose diverse come scienza e fede? 
Che senso ha chiedere: preferisci i copertoni della tua auto o le lasagne?
Allo stesso modo, che senso ha chiederci se preferiamo la Creazione come descritta nella Bibbia o la teoria del Big Bang? Non possono essere due narrazioni raffrontabili: l’una non può essere in competizione con l’altra.

Quando mio figlio maggiore era ancora alle elementari in Italia, il suo libro di testo aveva un paragrafo intitolato “La storia vera”. Secondo questo titolo ridicolo e fuorviante, la verità sull’origine dell’universo è che tutto ha avuto inizio quindici miliardi di anni fa con il big bang e si è evoluto in ciò che vediamo oggi. Questo atteggiamento è incondivisibile e assolutamente contrario all’autentico spirito scientifico. Il Big Bang è una teoria e come precisa Hawking “quasi tutti” e non tutti gli scienziati credono in questa teoria, che tale è e rimane per ora.

In ogni esposizione che si rispetti si tiene conto di due cose: l’argomento trattato e il destinatario finale di quanto discusso.

Gli stessi scienziati utilizzano linguaggi diversi quando presentano un argomento in forma divulgativa rispetto a quando parlano ad un pubblico di altri scienziati. Uno stesso evento si espone in maniera diversa a seconda dello scopo per il quale si scrive, dello stile che si decide di utilizzare, del pubblico che si ha di fronte.

E’ questa l’essenza della differenza fra la narrazione biblica e la teoria scientifica sull’inizio dell’universo. La Bibbia non può essere un trattato scientifico ed un libro di scienza non può essere un trattato religioso.

Nella Bibbia – e ciò vale per molti brani della Sacra Scrittura – ciò che è visto e descritto è più che l’evento in sé, quanto il suo senso religioso. Faccio un semplice esempio. Evento: io trovo un posto di lavoro. Senso religioso dell’evento: il Signore tocca il cuore di un imprenditore e mi benedice con un posto di lavoro. Nel libro della Genesi il senso di ogni cosa narrata è religiosa e non scientifica. Possiamo rinvenire anche accuratezza scientifica, ma non è quello lo scopo di chi ha scritto e non può essere lo scopo di noi che leggiamo. Non se vogliamo evitare inutili frustrazioni. Ciò ad esempio che comprendiamo da una prima rapida lettura delle prime pagine è che Dio ha creato ogni cosa dal nulla e che l’uomo si è ribellato all’ordine dato alla sua creazione causando il caos per il quale ancora oggi paghiamo le conseguenze.

La Parola di Dio risponde a domande religiose dell’essere umano.

Un libro di scienza enuncia e descrive i fatti in maniera scientifica. Un libro di astronomia ad esempio osserva che l’orbita della terra attorno al sole è ellittica. Nessun libro ci spiegherà però mai il perché un fenomeno fisico avviene in un certo modo piuttosto che in un altro. Un libro di anatomia deve constatare che l’essere umano nasce, vive, conosce un decadimento e muore. Non possiamo però sperare che nemmeno il migliore testo scientifico ci spieghi perché dobbiamo morire.

I testi scientifici rispondono alla domanda: “Come?”, ma non troviamo in essi risposte a domande quali: “perché?”. I perché rientrano nel campo della religione, del pensiero astratto e filosofico.

Non sono un evoluzionista, ma ciò, devo ammettere, più per intuito che per cognizione scientifica. Se però la scienza ad oggi, con quello che sappiamo, ipotizza il “come” dell’origine dell’universo che rinveniamo nella teoria del “Big Bang”, mi sta bene. Ciò non intacca il “perché” che la fede cristiana da all’esistenza del mondo ed alla miseria della condizione umana.

Ritorno alla mia idea iniziale: non si mettono a paragone un paio di scarpe ed una fettina di carne ai ferri. Si indossano le prime, di mangia la seconda. Allo stesso modo non impazziamo cercando di immaginare di dover per forza scegliere fra il “come” scientifico ed il “perché” religioso, perché possiamo sempre meravigliarci del primo e trovare un senso a tutto nel secondo.

 

Questo il libro che ho pubblicato dove parlo di questa e simili problematiche.

IN BILICO FRA SCIENZA E FEDE di Giuseppe Guarino

Vi sono leggi nell’universo che lo hanno messo in moto e che lo preservano. Se cessassero di esistere, l’universo collasserebbe. La teoria della relatività di Einstein, l’incertezza della meccanica quantistica, il Big Bang, il Big Crunch, la forza di gravità, i buchi neri, ecc. La scienza ha davvero tutte le risposte alle domande che riguardano la nascita dell’universo e l’origine della vita?

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