Perché i comandamenti

di Giuseppe Guarino

Quanti incidenti in meno vi sarebbero ogni anno fra gli utenti della strada se tutti osservassimo il codice della strada?

Questo è il dato statistico italiano del 2015:

173.892, incidenti stradali

3.419, morti

246.050, feriti

Fonte: https://www.istat.it/it/files/2016/07/Incidenti-stradali-2015.pdf?title=Incidenti+stradali+-+dati+provvisori+-+19%2Flug%2F2016+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf

Un vero e proprio bollettino di guerra.

“Mancato rispetto della precedenza, distrazione e velocità elevata: prime cause di incidente”. Ho tratto questa informazione dal rapporto Istat disponibile online.

Quel cartello stradale che indica il limite di velocità, che limita la possibilità di sorpasso, che segnala la presenza di un pericolo, non è lì per infastidirci, ma per un valido motivo. Trascurare le indicazioni stradali ci espone a rischi concreti – espone sia chi guida sia chi per qualsiasi altro motivo si trovi in strada.

C’è qualcuno che possa ragionevolmente confutare il fatto che se tutti gli utenti della strada osservassero quanto prevede il codice,  quei numeri citati all’inizio sarebbero drasticamente riveduti in diminuzione?

Purtroppo c’è un problema insito nella natura umana: limitiamo troppo spesso il senso delle cose alla tangibilità, al risultato immediato e siamo affascinati dal trasgredire e dal brivido che ci dà l’infrangere una regola e sperare di farla franca, da una parte, mentre siamo poco stimolati dal fatto che fondamentalmente l’unico risultato che abbiamo dall’osservare una legge o il codice è che … non accade nulla.

Le regole ci infastidiscono. Gli obblighi ci fanno sentire soffocati, repressi e cerchiamo sempre una scusa ed una via di uscita per trasgredire un’imposizione o aggirarla. Eppure se una legge esiste ed una regola viene proposta ed a volte imposta, è per tutelare il bene individuale e collettivo ed è già dimostrabile – come per il caso dell’utenza stradale – che osservare le leggi umane porta ad un vantaggio concreto, non visibile forse immediatamente, ma reale, vero. Ad esempio, oggi le leggi sulla guida dopo l’assunzione di alcolici è monitorata con particolare attenzione, e le punizioni per le trasgressioni sono diventate anche piuttosto importanti. Tali norme non sono state varate per limitare la libertà di alcuno, ma per impedire delle morti inutili. Ciò si è reso necessario dopo l’osservazione dei dati statistici: “Ogni anno in Europa muoiono oltre 10mila persone in incidenti stradali alcol-correlati… Le stime più recenti riportano che il 25% degli incidenti per i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni sono attribuibili ad alcol.” (Fonte: https://www.ars.toscana.it/it/aree-dintervento/problemi-di-salute/incidenti-stradali-domestici-e-balneari/incidenti-stradali/news/2475-incidenti-stradali-alcol-correlati-dati-preoccupanti-dalla-commissione-europea.html )

Se alla luce di ciò capiamo il senso e l’importanza delle leggi fatte dall’uomo, tanto più dovremmo comprendere l’importanza delle leggi divine. Se è saggio osservare le leggi umane, quanto di più quelle di Dio – che è perfetta conoscenza e perfetto amore.

Ovviamente, oltre alle semplici norme comportamentali, i comandamenti biblici hanno un valore spirituale, un significato profondo.

“ ‘Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da lui ripreso; perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli’. Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.” (Ebrei 12:5-11)

Ho sempre amato questa espressione: “egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità.

È vero che a questo mondo non c’è pace e non c’è giustizia. Ma cerchiamo davvero la Pace e la Giustizia? O forse siamo molto più presi dalla ricerca del nostro personale benessere e tornaconto?

Queste le parole di Gesù.

Il primo (comandamento) è:Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua’.  Il secondo è questo: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questi“.  (Marco 12:29-31)

Volendo fare di testa propria, l’uomo ha perso il senso di orientamento e non sa quale sia il cammino giusto da percorrere in questa vita. Gesù pone subito il fondamento: esiste un Dio, un solo ed unico Dio. Posto questo, siamo chiamati ad amare il prossimo come noi stessi. (Forse non è subito ovvio perché le due cose siano correlate, ma lo sono intimamente. Ma discuterne ci porterebbe lontano dal tema della nostra riflessione.)

La semplicità delle parole di Gesù è disarmante. Riusciamo ad immaginare anche solo per un attimo cosa sarebbe il mondo se ognuno di noi mettesse realmente in pratica anche questo singolo comandamento? Scomparirebbe da questo mondo la povertà, la guerra, l’odio, l’avarizia …

Quindi, come non è lo Stato che promuove gli incidenti mortali, ma l’incuria e la leggerezza di chi non osserva le leggi preposte alla nostra salvaguardia ed a quella altrui, allo stesso modo faremmo bene a smetterla di trovare un capro espiatorio alle nostre colpe personali – individuali e collettive – ed ammetterle. Perché se provassimo a mettere in pratica anche soltanto un precetto divino, amando il nostro prossimo come noi stessi, il mondo sarebbe l’anticamera del paradiso.

C’è speranza?

Si, c’è speranza!

Possiamo evitare di metterci alla guida dopo avere bevuto e magari, senza saperlo, avremo salvato la nostra vita o quella di altri innocenti. Possiamo fermarci allo stop e non travolgere un povero motociclista. Possiamo rispettare un limite di velocità ed evitarci una multa che forse non possiamo nemmeno permetterci di pagare.

Per quanto riguarda la nostra condizione spirituale, il Codice divino che è la Bibbia ci da le semplici istruzioni da seguire.

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono – infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio – ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.” (Romani 3:21-24)

se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.” (Romani 10:9)

In entrambi i casi osservare la legge, umana e divina, salverà sicuramente noi stessi e porterà giovamento a coloro che incontreremo nel nostro cammino.

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