Lezioni di inglese – lezione 6

lezione 6

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Fino ad ora siamo rimasti su frasi affermative. Adesso dobbiamo passare a considerare le frasi in negativo. Il dialogo iniziale adesso si fa più complesso e ribadisco l’importanza di avere appreso bene tutto quanto studiato finora.

 

MEMORIZZARE

Hi.

Ciao

How are you today?

Come stai oggi?

Very well, thank you. And you?

Molto bene, grazie. E tu?

I am fine too.

Sto bene anche io.

What is your name?

Come ti chiami?

My name’s Joe.

Il mio nome è Joe.

I live in London.

Vivo a Londra.

I don’t live in Italy anymore.

Non vivo più in Italia.

My cousin goes to London Tomorrow.

Mio cugino va a Londra domani.

I don’t have a cousin.

Io non ho un cugino.

Is she your sister?

È tua sorella?

She isn’t my sister.

Lei non è mia sorella.

I have two sons.

ho due figli machi.

I don’t have a daughter, but I have three nieces.

No, non ho una figlia, ma ho tre nipoti femmine.

Are you Italian?

Sei italiano?

No, I am not Italian.

No, io non sono italiano.

Do you speak German, too?

Parli anche il tedesco?

No, I don’t.

No.

She doesn’t know you.

Lei non ti conosce.

NOTE

I am fine, too

Sto bene anche io

I speak English, too

Parlo anche io inglese

We are Italians, too

Anche noi siamo italiani

Il “too”, “anche”, come abbiamo visto, occupa  in inglese una posizione nella frase diversa rispetto all’italiano.

La frase “anche io” è, in inglese colloquiale

me too.

È una forma comunissima e quindi importante da conoscere e utilizzarla è semplice.

La maniera formale di “anche io” è

So do I.

Oppure, se l’espressione è utilizzata come precisazione di una frase che contiene il verbo essere

So am I.

Esempi:

I like chips.

Mi piacciono le patatine

Me too.

Anche a me

I prefer British English.

Preferisco l’inglese britannico

So do I.

Anche io.

I am Italian.

Sono italiano.

So am I.

Anche io. (lo sono anche io)

Per imparare le frasi negative in inglese, sarà utile ricordare una semplice regola: le negazioni (e le interrogazioni) in inglese hanno bisogno di un ausiliare.

I am

I am not                                

You are

You are not, you aren’t     

He is

He is not, he isn’t                

She is

She is not, she isn’t             

It is

It is not                                 

We are

We are not, we aren’t

You are

You are not, you aren’t     

They are

They are not, they aren’t  

Il verbo essere è un ausiliare e quindi aggiunge il not, contratto in “n’t” e collegato alla forma verbale.

Anche il verbo avere è un ausiliare e quindi basterebbe aggiungere anche qui il “not”.

I have” diventa in forma negativa, “I have not” o, in forma contratta, “I haven’t” e così via.

 

I have – have not – haven’t

You have – have not – haven’t

He, she, it has – has not – hasn’t

We have – have not – haven’t

You have – have not – haven’t

They have – have not – haven’t

In realtà anche per il verbo avere, come per gli altri verbi, per formare la negazione si aggiunge l’ausiliare “do not”, contratto in “don’t”, “does not” o “doesn’t” per la terza persona singolare.

We go

andiamo

We don’t go

non andiamo

You speak

tu parli

you don’t speak

tu non parli

They do

essi fanno

they don’t do

essi non fanno

I write

io scrivo

I don’t write

io non scrivo

Il verbo avere, ovviamente, è un ausiliare, ma molto spesso viene trattato come tutti gli altri verbi. Quindi non sarà raro, anzi è molto più facile imbattersi in un “I don’t have” piuttosto che in un “I have not”.

L’infinito al negativo.

Chi non conosce la frase di Shakespeare: To be or not to be. Ecco, l’infinito negativo dei verbi in lingua inglese si forma premettendo il “not” all’infinito.

I prefer not to stay.

Preferisco non restare.

Why choose not to go?

Perché scegliere di non andare?

In inglese americano, però, la costruzione è diversa. Si dirà “to not” anziché “not to”.

Le frasi fatte poc’anzi diventano

I prefer to not stay.

Why choose to not go?

 

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