Il ritorno di Gesù: il senso della nostra speranza

di Giuseppe Guarino

Questo studio contiene lunghe citazioni dalla Bibbia, perché ritengo essenziale il suo messaggio e non le mie idee o supposizioni. Sono convinto che lo studio della Parola di Dio meriti l’impegno che richiede. Dio non ci deluderà mai. 

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… così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza”. (Ebrei 9:28).

La Parola di Dio ci dice che Gesù

è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”. (Romani 4:25)

Con la certezza del profondo amore di Dio che ha portato Cristo fino all’obbedienza della croce per la nostra salvezza ed alla certezza della sua gloriosa resurrezione, noi cristiani viviamo nella speranza del suo ritorno.

Paolo conferma che la Chiesa sta  

aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù”. (Tito 2:13)

Il ritorno di Cristo significherà salvezza completa per i credenti: “ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo”. (Romani 8:23). Ma vorrà dire anche giudizio per questo mondo:

Ti scongiuro (scrive Paolo a Timoteo), davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno …”. (2 Timoteo 4:1)

Vediamo in dettaglio quali brani del Nuovo Testamento ci informano sul ritorno di Gesù.

Leggiamo nel libro degli Atti:

Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero:  “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo“. (Atti 1:9-11)

Sappiamo quindi che Gesù ritornerà e che ritornerà nello stesso modo in cui è andato in cielo. Mentre, però, all’ascensione di Gesù furono presenti solo un gruppo di credenti, il ritorno del Signore sarà molto meno silenzioso.

Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù (cioè, tutti i popoli) della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen”. (Apocalisse 1:7)

Il ritorno di Gesù sarà un evento che interesserà l’intera umanità e del quale tutti si renderanno conto. Nessuno si sveglierà l’indomani chiedendosi se il Messia dei cristiani è veramente ricomparso come questi hanno detto per secoli che sarebbe accaduto. Tutti lo riconosceranno, sapranno chi è e dovranno, volentieri o loro malgrado, accettare il suo giudizio sull’umanità ribelle.

Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2:9-11)

Che l’attesa della rivelazione (sinonimo di “ritorno” nel NT) del Cristo non sia soltanto dei cristiani, e che, in un certo senso, i tempi sono profeticamente maturi, lo colgo nelle stupende parole dello studioso ebreo Pinchas Lapide indirizzate ad un suo interlocutore cristiano:”… dato che nessun ebreo sa chi sia il Messia venturo, mentre voi credete di conoscere con sicurezza la sua identità, io non potrò opporre alla vostra certezza un ‘no’, ma soltanto un modesto punto interrogativo. Sono dunque disposto ad attendere che venga colui che deve venire, e se questi fosse Gesù di Nazaret ritengo che nemmeno un ebreo che creda in Dio avrebbe la benché minima obiezione da muovere”. Pinchas Lapide e Jurgen Moltmann, Monoteismo ebraico – dottrina trinitaria cristiana, Queriniana, p.71.

In questo studio ritengo inutile toccare argomenti che sono oggetto di dibattito o di polemica sul ritorno di Cristo. Voglio invece presentare quella fede semplice, ma intensa, che troviamo nelle pagine del Nuovo Testamento, una fede che guarda alla venuta di Cristo come al momento della nostra liberazione finale, il completamento della nostra redenzione in lui. Questo è il patrimonio della cristianità intera e l’attesa della Chiesa. Non è a caso che l’Apocalisse, quindi il Nuovo Testamento e così l’intera Bibbia, si concludono proprio con parole che comunicano questa vibrante attesa:

Ecco (E’ Gesù che parla), io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere, che egli ha fatto” (Apocalisse 22:12).

E lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ode dica: “Vieni”. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita”. (Apocalisse 22:17-18).

Rispondiamo alle domande che è più naturale porsi su un evento così importante per la nostra fede. 

Quando ritornerà Gesù?

Cosa accadrà al suo ritorno?    

La prima domanda fu posta anche dai discepoli.

Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: “Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?” (Matteo 24:3).

Gesù risponde in dettaglio ai suoi discepoli e poi vedremo cosa, ma circa il quando sarà il suo ritorno è molto diretto:

Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa …” (Matteo 24:36).

E chiarisce ancora:

Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v’andate; “eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.” (Matteo 25:26-27).

Il Signore tornerà in maniera inequivocabile, sebbene non ci è dato sapere esattamente quando.

Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.” (Matteo 24:42-44)

Quando alcuni, Bibbia o altro alla mano, sostengono di essere riusciti a calcolare il giorno del ritorno di Cristo, costoro mentono e vanno contro l’autentico messaggio dell’evangelo. La storia ci dice che vi sono stati diversi tentativi. Quest’anno stesso (scrivevo queste parole nel 2011) è stata prevista la data del ritorno di Gesù in ben due giorni, a Maggio ed a Settembre, se non ricordo male. In entrambi i casi ci siamo trovati davanti – come direbbero alcuni – ad una bufala.

Vi saranno dei segni premonitori, che ci faranno capire che il ritorno di Cristo è vicino, ma calcolare il giorno esatto del suo ritorno o sapere quanto vicino sia quel momento non è conforme all’Evangelo.

Gesù stesso mise in guardia i suoi discepoli.

“Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v’andate; “eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.” (Matteo 24:23-30).

Già ai fedeli della città di Tessalonica erano venute all’orecchio delle false notizie sul ritorno di Gesù. L’apostolo Paolo spiega loro in dettaglio quanto dovrà precedere il ritorno di Cristo.

Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto. Nessuno v’inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio.” (2 Tessalonicesi 2:1-4).

Ai tessalonicesi era stato evidentemente detto, in una lettera spacciata per opera di Paolo o in altra maniera, che il Signore Gesù era già ritornato. Ma Paolo li mette in guardia, dicendo loro cosa inequivocabilmente accadrà prima che il Signore Gesù ritorni.

L’ “al lupo al lupo” dei nostri giorni serve solo a confondere. Se ci atteniamo alla Parola di Dio, sappiamo che il ritorno del Signore è vicino, perché alcuni degli eventi che lui ha profetizzato si stanno avverando davanti ai nostri stessi occhi; ma è vero anche che vi sono altri eventi che altrettanto chiaramente non si sono ancora avverati.

Potrei anche aggiungere che è mia opinione che il ritorno del Signore, per i segni che vediamo, è certamente vicino, ma non imminente. Ma visto che il Signore ci comanda espressamente di vegliare, di essere pronti, non possiamo abbassare la guardia, bensì continuare il nostro cammino di fede speranzosi nel suo ritorno per la definitiva redenzione nostra e dell’intera creazione.

Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo.” (Romani 8:19-23). 

Abbiamo chiarito il “quando”, adesso dobbiamo vedere cosa ci dice la Scrittura che accadrà al ritorno di Cristo.

    Redimerà il nostro corpo  

Il Signore ci ha già redenti e possediamo già la vita eterna – sono verità che apprendiamo dalla Sacra Scrittura. Ma è anche vero che

noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra” (2 Corinzi 4:7).

Come il corpo di Cristo è resuscitato lasciando vuota la tomba, anche i credenti resusciteranno corporalmente al ritorno di Gesù. E’ un evento stupendo perché completerà l’opera di redenzione del Signore in noi. Per questo Paolo descrive in maniera così colorita il desiderio del credente:

… ma anche noi stessi, che abbiamo le primizie dello Spirito noi stessi, dico, soffriamo in noi stessi, aspettando intensamente l’adozione, la redenzione del nostro corpo”. (Romani 8:23)

In merito alla redenzione del nostro corpo, l’apostolo Paolo si dilunga nella sua prima epistola ai Corinzi e nella prima ai Tessalonicesi.

“Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza.  Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati. Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”. (1Tessalonicesi 4:13-18)           

Al suo ritorno quindi il Signore Gesù rapirà a sé quanti credenti saranno ancora in vita e addurrà a sé anche i credenti defunti resuscitando il loro corpo.

Perché parliamo di redenzione del nostro corpo? Perché il nostro corpo mortale resusciterà glorioso come quello di Gesù.

“Ma dirà qualcuno: “Come risuscitano i morti, e con quale corpo verranno?” […] Vi sono anche dei corpi celesti, e dei corpi terrestri, ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri … Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo splendore delle stelle, perché una stella differisce da un’altra stella in splendore. Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. È seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza. È seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale, e vi è corpo spirituale […] Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. (1 Corinzi 15:35, 40-44, 51-53)

Distruggerà l’anticristo

 Leggiamo in Apocalisse del ritorno glorioso di Gesù.

“Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco e sul suo capo vi erano molti diademi, e aveva un nome scritto che nessuno conosce se non lui; era vestito di una veste intrisa nel sangue, e il suo nome si chiama: “La Parola di Dio“.E gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro. Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente. E sulla sua veste e sulla coscia portava scritto un nome: IL RE DEI RE e IL SIGNORE DEI SIGNORI.[…] E vidi la bestia (l’anticristo) e i re della terra coi loro eserciti radunati per far guerra contro colui che cavalcava il cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu presa e con lei il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti ad essa, con i quali aveva sedotto quelli che avevano ricevuto il marchio della bestia e quelli che avevano adorato la sua immagine, questi due furono gettati vivi nello stagno di fuoco che arde con zolfo. E il resto fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.” (Apocalisse 19:11-16, 19-21) 

Colui che cavalca il cavallo bianco è “La Parola di Dio”, nome che richiama immediatamente al primo capitolo del vangelo di Giovanni, dove il Signore Gesù era definito tale prima di divenire uomo. (Giovanni 1). Quale meravigliosa armonia pervade le pagine della Sacra Scrittura! Se non comprendiamo che l’autore finale delle pagine della Bibbia è Dio rischiamo di perderci in discussioni vane e nella ricerca di un pensiero umano e di tradizioni religiose. Se invece riconosciamo che è lo Spirito Santo che ha mosso gli autori delle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, percepiremo, con l’aiuto dello stesso Spirito Santo, l’unità di intento della Parola di Dio. Colui che fu Creatore un tempo, (Giovanni 1:1-3, Colossesi 1:16-17, Ebrei 1:1-2), si è incarnato in Gesù di Nazareth per redimerci egli stesso dal peccato (Giovanni 1:14-18, 1 Timoteo 3:16), e tornerà un giorno per fare giudizio di questo mondo, cominciando dall’individuo che incarnerà l’inimicizia dell’uomo contro Dio, l’anticristo.

Sia la comparsa di questo ultimo nemico di Dio, chiamato “anticristo” seguendo l’uso di Giovanni nella sua prima epistola, che l’apparizione gloriosa del Messia per distruggerlo erano già patrimonio delle Scritture ebraiche.

Abbiamo già studiato le parole di Daniele:

Io guardavo nelle visioni notturne ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo; egli giunse fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto”. (Daniele 7:13-14)

Queste parole furono poi citate e richiamate da Gesù stesso nel suo sermone profetico, del quale abbiamo già parlato.

E allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e tutte le nazioni della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e grande gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba, ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra.” (Matteo 24:30-31).

Queste parole si incastonano perfettamente nel quadro delle visioni avute da Daniele.

“Ed egli mi parlò così: “Egli (l’anticristo) proferirà parole contro l’Altissimo, perseguiterà i santi dell’Altissimo con l’intento di sterminarli e penserà di mutare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo. Si terrà quindi il giudizio e gli sarà tolto il dominio, che verrà annientato e distrutto per sempre. Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno”.(Daniele 7:25-27)

Anche l’apostolo Paolo tocca l’argomento delle conseguenze del ritorno di Gesù, ed anche in maniera piuttosto approfondita, come abbiamo in parte già visto. Egli scrive in merito al giudizio su quel nemico finale:

Nessuno v’inganni in alcuna maniera, perché quel giorno (il ritorno di Cristo) non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio …  quell’empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta.” (2 Tessalonicesi 2:3-4, 8)

Chi immagina un ritorno timido di un Gesù mite come quando apparve come uomo, non conosce le Sacre Scritture. Chi immagina che Gesù camminerà di nuovo come uomo fra noi, sbaglia. Il ritorno del Signore Gesù sarà glorioso e risolutore delle vicende umane.

Giudicherà il mondo

La cosa che più mi infastidiva nel leggere la Divina Commedia di Dante a scuola era vedere che il giudizio per le anime era affidato a dei demoni! Non discuto sul valore letterario e politico dell’opera del più grande poeta italiano: quello non lo si può mettere in discussione. Ma cresciuto leggendo la Parola di Dio, ero geloso della Verità che questa insegna.

La Bibbia ci dice che l’unico giudice è Gesù.

… il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio.” (Giovanni 5:22).

            Al suo ritorno Gesù eseguirà il suo giusto giudizio.

Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno.” (2 Timoteo 4:1)

La questione sul giudizio, chi e quando sarà giudicato è relativamente complessa e ritengo dover rimandare il lettore a trattazioni specifiche, perché non voglio scendere in dettagli che potrebbero far perdere il filo del discorso inutilmente. E’ infatti la certezza del giudizio che credo conti più di ogni dettaglio. La Parola di Dio ci dice:

è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27)

Per chi di noi non sarà in vita al ritorno del Signore, il giudizio avrà luogo alla fine del proprio tragitto terreno. Per chi crede non vi è paura di questo giudizio, ma addirittura attesa, visto che la fine della vita terrena significa ricevere il fine per il quale in questa vita serviamo Cristo, lottiamo, soffriamo, preghiamo, studiamo la Parola di Dio, ci adoperiamo per compiere il bene, ecc …, la nostra salvezza! Il brano di Ebrei che ho citato poco fa legge per esteso in questo modo:

Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza.” (Ebrei 9:27-28).

Il monito dell’apostolo Giovanni è per ogni cristiano:

Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà, noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui.” (1 Giovanni 2:28)

Il conforto della Parola di Dio per chi crede è grande, perché, è inutile che lo nascondiamo a noi stessi, nell’uomo è insita la paura per un onesto giudizio delle sue opere. Ma è per la Grazia di Dio, avendo creduto nel Signore Gesù Cristo che scamperemo alla giusta condanna per il nostro peccato.

In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24)

Queste sono parole di grande gioia e sollievo.

In verità, in verità vi dico: L’ora viene, anzi è venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l’avranno udita vivranno. Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha anche dato l’autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.” (Giovanni 5:25-29)

  Le parole di Gesù sono di una straordinaria profondità. Egli parla sia della nostra vita spirituale che ha inizio quando udiamo e crediamo all’Evangelo, che dell’ultimo giorno, quel giorno quando gli uomini risorgeranno tutti, per ricevere o la salvezza o la condanna.

Al di là della questione teologica ed intellettuale vorrei che il lettore considerasse l’essenza e la vitale importanza di quanto stiamo discutendo. Infatti, parlare del giudizio non può essere un discorso accademico. Sapere le cose qui non basta. Bisogna comprendere l’essenza spirituale del problema: ogni uomo dovrà dar conto di se stesso a Dio ed è bene che in ragione di questo fatto egli riveda la propria vita e le proprie azioni, se non ha agito e vissuto in conformità alla Parola di Dio!

Sebbene ognuno di noi sarà chiamato a dar conto a Dio individualmente del proprio operato, vi sarà comunque “una resa dei conti”, un giorno in cui il Signore giudicherà l’umanità intera, ponendo fine definitivamente al disastro iniziato nel giardino d’Eden.

 “ … quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto.” (2 Tessalonicesi 1:7-10).

Prima di introdurre “un nuovo cielo ed una nuova terra” e la “nuova Gerusalemme”, dove l’uomo abiterà per sempre con Dio in quello stato di “comunione” ideale che era stata turbata dal peccato del primo uomo, l’Apocalisse chiude le vicende umane con il giudizio finale. Da questo momento in avanti i “giochi sono fatti”, non si torna più indietro: o si è dentro o si è fuori. 

Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri secondo le loro opere. E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” (Apocalisse 20:11-15).

Non vi è nulla di più importante di questo: accertarsi prima che sia troppo tardi che il proprio nome sia scritto nel libro della vita.

In questi giorni sentiamo parlare con una certa frequenza di “fine del mondo”. Il calendario Maya – secondo alcuni – la prevedeva qualche giorno fa (oggi è il 25 dicembre 2012). Altri mi hanno detto che è stata spostata al 2013. L’anno scorso un “predicatore” purtroppo definito “evangelico”, sebbene se fosse stato veramente tale non avrebbe previsto la venuta di Cristo con il calendario alla mano, propose una data precisa per il ritorno di Gesù. Quando la prima passò, ne tirò fuori un’altra “dal cilindro” di pochi mesi più lontana della prima. Ovviamente si sbagliava.

La Bibbia ci mette in guardia.

Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” (Matteo 24:36)

… il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.” (1 Tessalonicesi 5:1)

 Sono previsioni come quelle che abbiamo citato e come le molte altre che seguiranno (del resto il Signore ci ha messi in guardia in tal senso) che indurranno molti a credere che anche quanto afferma la Bibbia sul ritorno di Cristo ed il giudizio sia una favola.

Ma non è così; anzi, se questo succede è in conformità a quanto ha detto Gesù:

Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo. Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata. Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.” (Matteo 24:37-44)

So di proporre lunghe citazioni bibliche e che possono essere piuttosto impegnative. Ma l’importanza della questione richiede un attento esame di quello che dice la Parola di Dio – piuttosto che di quello che io ho da dire in proposito – e una seria considerazione dei risvolti personali del nostro atteggiamento nei confronti della Verità, visto che è chiaro per la Parola di Dio che un giorno tutti saremo definitivamente e perfettamente giudicati. Illudersi che il giudizio non arriverà mai, che dopo la morte finisca tutto, che un giorno il Dio che ha creato ogni cosa non venga a chiedere ragione ad ogni uomo ed all’umanità tutta di ciò che abbiamo fatto del Suo dono, è un diritto inalienabile di ogni uomo che Dio stesso gli riconosce. Ma è paragonabile al diritto che ha un malato di cancro di non farsi curare ed attendere passivamente l’inevitabile. Più saggio è rendersi conto della propria misera condizione ed accettare la salvezza nel Figlio di Dio, che il nostro Padre Celeste ha offerto sulla croce per la nostra salvezza.

Chiudo questo mio breve studio con un significativo brano tratto dall’epistola dell’apostolo Pietro:

Carissimi, questa è già la seconda epistola che vi scrivo; in entrambe cerco di tener desto il vostro genuino modo di pensare facendo appello alla vostra memoria affinché vi ricordiate delle parole già dette dai santi profeti e del comandamento dello stesso Signore e Salvatore trasmessovi da noi apostoli. Prima di tutto dovete sapere questo, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le loro proprie voglie e diranno: “Dov’è la promessa della sua venuta? Da quando infatti i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione”. Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo della parola di Dio i cieli vennero all’esistenza molto tempo fa, e che la terra fu tratta dall’acqua e fu formata mediante l’acqua, a motivo di cui il mondo di allora, sommerso dall’acqua, perì, mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi. Ora, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa: che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento.  Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse. Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace.” (2 Pietro 3:1-14)