COME PRONUNCIARE IL GRECO DEL NUOVO TESTAMENTO

di Giuseppe Guarino

Come pronunciare il greco del Nuovo Testamento? Vi sono diversi modi diffusi negli ambiti scolastici e scientifici.  Vanno fondamentalmente tutti bene, visto che parliamo di una lingua – quella del Nuovo Testamento – della quale ignoriamo la corretta pronuncia. Allo stesso tempo, però, il greco koinè ha un discendente vivo e vegeto, il greco moderno. Esaminiamo da vicino questa interessante problematica.

Cos’è la scrittura?

La scrittura è la rappresentazione grafica del linguaggio umano.

Nel corso della storia e nelle varie aree geografiche, tale fenomeno ha conosciuto le più diverse espressioni. Noi occidentali siamo abituati all’uso dell’alfabeto e, per naturale inclinazione umana, lo consideriamo la forma di scrittura migliore e più avanzata. Chi scrive si permette di prendere le distanze da questo luogo comune. L’alfabeto che noi conosciamo è certamente molto versatile, ma vi sono altre forme di scrittura altrettanto efficaci ed altre esteticamente molto più attraenti. La bellezza è un dettaglio importante dell’esperienza umana in genere e mi chiedo se anche nella scrittura sia lecito che ceda il passo alla funzionalità. Non è forse per questo che esistono tanti “font” nei nostri computer – proprio a riprova della ricerca della soddisfazione del senso del gusto, del bello, innato nella nostra natura?

La bellezza della scrittura classica egiziana è indiscutibile. Ciò spiega almeno in parte perché rimase utilizzata per millenni dal popolo che l’aveva concepita proprio all’alba della sua storia. I geroglifici hanno oscurato nell’immaginario comune sull’antico Egitto le altre forme molto più pratiche di scrittura utilizzate degli egiziani, quali lo ieratico e demotico.

Immagine di geroglifici tratta da http://terradeifaraoni.blogspot.it/2011/03/i-geroglifici.html

Difficile non farsi incantare dalla bellezza della scrittura giapponese e da quella cinese. Proprio i popoli cinese e giapponese sfatano un altro luogo comune: la scrittura utilizzata non determina o indica il progresso tecnologico e sociale dei popoli.

Qui sopra un esempio di scrittura giapponese.

Il nostro alfabeto arriva a noi dopo lunghe peripezie durate millenni.

La prima forma di alfabeto nasce quasi 4000 anni fa in Egitto. L’egiziano ha dei segni ai quali veniva attribuita valenza fonetica consonantica. Fu con questo stratagemma che gli egiziani poterono scrivere parole e nomi che non appartenevano alla propria lingua. Qui di seguito il modo in cui veniva scritto il nome della regina Cleopatra appartenente alla dinastia greca dei Tolomei.

Immagine tratta da https://www.studyblue.com/notes/note/n/grdesn-4573-study-guide-2012-13-arnell/deck/9715970

L’ebraico viene scritto con un alfabeto composto da 22 consonanti, mancando sostanzialmente delle vocali. Anche l’alfabeto aramaico che dall’anno 1000 a.C. in avanti incominciò ad essere diffuso in tutto il medio-oriente insieme alla lingua che lo aveva adottato, mancava delle vocali. Il risultato dell’incontro della cultura ebraica con la scrittura aramaica durante l’esilio babilonese (607-537 a.C.) ha dato luogo alla forma di alfabeto ebraico che ci è familiare e che è tutt’oggi in uso nello stato di Israele.

Immagine tratta dal sito www.ilritorno.it

Dal popolo dei fenici l’alfabeto arriva fino ai greci che aggiungono  le vocali e danno vita all’antenato del nostro alfabeto occidentale.

Immagine tratta dal sito http://www.astrofilitrentini.it/mat/costell/dizion.html

Questa l’evoluzione delle lettere A e B dai primi passi fino al nostro alfabeto:

L’immagine è tratta da http://slideplayer.it/slide/927470/ dove vengono raccolte una serie di slides che raccontano la storia della scrittura.

 

Come leggere la scrittura?

Nessuna forma di scrittura conosciuta, per quanto sofisticata o pratica possa essere, può rappresentare e tramandare in maniera univoca il suono di una o più parole.

Noi italiani siamo abbastanza fortunati: siamo un’eccezione alla regola e la nostra lingua si pronuncia sostanzialmente come si scrive. E’ però anche vero che per poterla leggere correttamente è comunque indispensabile l’ausilio della voce umana. Se si perdesse traccia della nostra civiltà, un archeologo del 10.000 d.C. non avrebbe maggiore vantaggio dal ritrovamento di incisioni nel nostro alfabeto di quanto non ne abbiamo avuto dal ritrovamento di scritte in egiziano antico!

Senza nessuno che tramandi la lettura corretta delle parole, anche se rappresentate col nostro alfabeto, queste diventano solo disegni incomprensibili.

Merita menzione il dramma (che gli italiani viviamo quotidianamente) dell’impatto con la lingua inglese, diffusissima ma oggettivamente complessa per la maniera in cui l’alfabeto ne rappresenta graficamente il suono. Parole come “stand up” o l’espressione “cool” o “I like” non potranno essere lette in maniera corretta da un italiano o da un tedesco se non dopo averne sentito la pronuncia da chi conosce la lingua inglese.

 

Come leggere il greco antico?

Gli scritti di Shakespeare vengono oggi letti o recitati nell’unico accento che conosciamo della lingua inglese.

L’Antico Testamento in ebraico viene letto con la pronuncia corrente di quella lingua. Quanto questa possa essere vicina a quella dell’ebraico parlato da Mosè, Davide o Geremia non ci è dato saperlo.

Per chiudere questa nostra lunga discussione, quindi, alla luce delle tante premesse che ho fatto, ritengo doveroso utilizzare la pronuncia del greco moderno anche nella lettura del greco antico.

Non conosciamo la pronuncia originale del greco di Omero o di quello del Nuovo Testamento e non la conosceremo mai. Ma sappiamo come oggi vengono lette le parole dagli eredi diretti di quel linguaggio e non vi è maniera più rispettosa di pronunciare le parole che incontriamo scritte in quella forma di alfabeto se non quella di chi lo considera a buon diritto parte inscindibile del proprio patrimonio culturale.

Una serie di video su youtube propongono la pronuncia moderna per il greco del Nuovo Testamento. Comprendo che ciò possa essere più impegnativo del metodo utilizzato nelle varie scuole, ma sono convinto che valga davvero la pena completare lo studio di questa stupenda lingua leggendola con l’unica pronuncia davvero greca che ne conosciamo.

Guarda questo video dove si legge l’inizio del vangelo di Matteo in greco con pronuncia del greco moderno.

 




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