Profezie bibliche… profezie autentiche

di Giuseppe Guarino

Le profezie bibliche sono tante, le troviamo dall’Antico al Nuovo Testamento. Sono profezie autentiche, molte delle quali già avveratesi.

“I pazzi si sono impadroniti del manicomio” fu detto quando venne fondata la United Artists. Qualcosa di simile si potrebbe dire per certe aree di studi biblici. Gli increduli una volta stavano al di fuori della Chiesa e attaccavano la Verità apertamente, oggi invece stanno all’interno della Chiesa (visibile) e mascherano l’incredulità da spirito scientifico e ricerca obiettiva. Un tempo erano coloro che stavano al di fuori della Chiesa che non credevano nell’ispirazione delle Sacre Scritture, oggi chi si fregia di titoli accademici la denigra di fatto con lo scarso rispetto che mostra per i suoi contenuti.

La datazione dei Vangeli è un particolare importante. Prima di intraprenderne uno studio serio, bisogna averne una qualche idea. Vi è un nutrito coro di studiosi che non ritiene possibile che i Vangeli siano stati composti prima del 70 d.C., anno in cui i romani entrarono a Gerusalemme e la distrussero – evento ricordato a Roma dal famoso Arco di Tito.

Uno tra i principali motivi contro una datazione antecedente il 70 d.C. è la profezia che fa Gesù nei vangeli circa la distruzione di Gerusalemme. Infatti, per alcuni è impossibile che Gesù abbia predetto il futuro. Quindi i vangeli, secondo loro, sarebbero stati scritti dopo che il tempio è stato distrutto e gli evangelisti metterebbero in bocca a Gesù questa profezia per dare credito alla sua persona ed agli stessi vangeli.

Certe teorie mirano a distruggere la credibilità delle Sacre Scritture. Lo facessero con cognizione di causa … ma nemmeno quello. E alla luce di una conoscenza maggiore e di un esame anche soltanto un po’ più attento delle evidenze storiche e bibliche, le false accuse si sciolgono come neve al sole.

Vediamo cosa dice Gesù circa la caduta di Gerusalemme.

Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata [deserta].” (Matteo 23:37-38)

Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: “Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata“. (Matteo 24:1-2)

Facciamo una semplice considerazione: se non si può prevedere il futuro, se non esistono – e quindi nemmeno nella Bibbia possono esistere – autentiche profezie, la Bibbia qui racconta delle fandonie belle e buone, le parole messe in bocca a Gesù sono false. Ma se riusciamo a dimostrare che la Bibbia inequivocabilmente ha profetizzato anche una sola volta, allora è potenzialmente possibile che ciò accada.

Vi è una profezia biblica che io ritengo indiscutibile, inattaccabile, vera ed avveratasi al di là di ogni possibile tentativo di produrre una qualche prova contraria: la distruzione del tempio e della città di Gerusalemme prevista dal libro del profeta Daniele.

Al tramonto del settimo secolo a.C. un ragazzino venne deportato alla corte del re babilonese Nabucodonosor. Si chiamava Daniele. Quando egli fu più in là negli anni fu depositario di un messaggio profetico importantissimo.

“9:24 Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità, per far venire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo. 9:25 Sappi perciò e intendi che da quando è uscito l’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fino al Messia, il principe, vi saranno sette settimane e altre sessantadue settimane; essa sarà nuovamente ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi. 9:26 Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui. E il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà con un’inondazione, e fino al termine della guerra sono decretate devastazioni. 9:27 Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore”. (Daniele 9:24-27)

Questa profezia venne data a Daniele nel VI secolo a.C. in un momento in cui la città di Gerusalemme era in rovine, così come il suo tempio ed il popolo era stato deportato in massa in Babilonia. La traduzione “settanta settimane” è un po’ infelice. Forse “settanta settenari” avrebbe reso più l’idea, sebbene possa essere meno letterale. Questa espressione comunque è tipicamente ebraica e corrisponde inequivocabilmente a 490 anni.

“L’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme” fu emesso dal re persiano Artaserse. L’anno era il 445 a.C.  Non intendo mettermi qui a fare conti matematici, perché lo scopo di questa mia discussione è diverso. Diciamo che la profezia ci annuncia che da un certo editto che autorizzava la ricostruzione di Gerusalemme fino alla comparsa del Messia, trascorreranno un certo numero di anni. Ci importa qualcosa di inequivocabile qui, non discussioni complesse che ci facciano perdere il punto più importante di questa rivelazione divina.

La profezia ci rivela tre dettagli fondamentali che provano che Gesù di Nazaret era il Messia promesso.

  1. Il Messia appare dopo un lungo periodo seguente la ricostruzione di Gerusalemme avvenuta sotto il patrocinio dei persiani.
  2. Il Messia viene messo a morte.
  3. La città ed il tempio vengono distrutti.

Si tratta di una serie di eventi che si sono perfettamente avverati nel periodo previsto dalla profezia, nella persona di Gesù di Nazaret. Il tempio e la città di Gerusalemme sono stati distrutti insieme – non uno o l’altro, ma insieme – nel 70 d.C., a meno di una generazione (40 anni) dalla morte del Messia.

Questa profezia si è esattamente avverata e non potrà avverarsi per nessun altro individuo che non sia Gesù di Nazaret.

Insieme a questa tantissime altri brani della Sacra Scrittura hanno anticipato la persona del Cristo e la sua missione, la sua morte, la sua resurrezione, il suo ritorno. Allo stesso modo in cui si sono già avverate queste profezie, si avvereranno le molte nella Bibbia che riguardano ancora il futuro, il glorioso ritorno del Signore Gesù e l’avvento del regno di Dio su questa terra. Erano quest’ultimi i temi della domanda posta dai discepoli a Gesù ed è a questa domanda che il Signore risponde in Matteo 24 e seguenti. Spesso le critiche mosse contro la Bibbia vengono da chi nemmeno riesce a comprenderne correttamente il testo, ma ne odia il contenuto a priori.

Matteo così come tutti gli altri Vangeli, forse tranne Giovanni, sono stati scritti prima della caduta di Gerusalemme. La profezia di Matteo 24 e seguenti non si riferisce alla caduta della città bensì agli eventi che avranno luogo immediatamente prima il ritorno di Gesù: l’intera impalcatura della profezia post-eventum crolla!

Al contrario la Parola di Dio ha previsto in dettaglio l’arrivo del Messia, la sua reiezione, la sua morte e la seguente distruzione di città e tempio. I vangeli sono resoconti autentici, di testimoni oculari o di chi ha diligentemente raccolto i resoconti di testimoni oculari. La Bibbia è la Parola di Dio. Se confutiamo questi fatti, è meglio che ci assicuriamo di farlo correttamente, perché forse la posta in gioco è più importante di una semplice convinzione intellettuale: il nostro destino eterno.