7Q5: il Vangelo a Qumran

7Q5: il Vangelo a Qumran

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Introduzione

(dal libro)

Non ho mai sentito l’odore di un sito archeologico, di una delle grotte di Qumran. Non ho mai visto quei luoghi, né tantomeno toccato le cose che custodivano. Ma negli ultimi anni poche cose hanno occupato i miei pensieri e le mie riflessioni quanto la ricerca del senso delle tracce che il passato remoto della nostra fede ha lasciato all’inizio della nostra era, quasi due millenni fa. A volte al passato rendono testimonianza delle prove eclatanti, maestose, come le piramidi dell’Egitto. Altre volte soltanto piccoli frammenti e tocca al genio deduttivo dell’uomo andare a caccia delle verità che così piccole tracce possono nascondere. E’ questo il caso dell’affascinante reperto definito 7Q5. Piccolo quanto un appunto lasciato sul frigo, con scarse tracce di inchiostro che tramandano appena venti lettere dell’alfabeto greco: è di questo che stiamo parlando. Sono però i suoi 2000 mila venerabili anni a fare la differenza. Diversi i tentativi di capire quale 12 indizio rappresenta un così antico testimone: chissà a quanti studiosi ha tolto il sonno! Nelle pagine che seguono, troverete le riflessioni che hanno occupato alcune delle mie notti insonni, raccolte qui per chi come me sente di poter capire il presente solo vedendolo come la diretta conseguenza del passato. Il mio lavoro non ha pretese, se non una soltanto: comunicare al lettore il senso di una possibile scoperta e contribuire affinché non vada perduto il lavoro di uomini dediti alla ricerca della Verità o, in ultima analisi, incapaci di tacere per insinuare la vivacità del dubbio e della curiosità scientifica, nel mondo piatto ed intriso di scetticismo che sta divenendo quello della critica ufficiale del testo biblico. Una sola vera certezza: we nearly scratched the surface – abbiamo appena grattato in superficie. Ma se il più lungo dei viaggi è comunque l’insieme di infiniti piccoli passi in avanti, allora lascio anche io il mio modesto contributo sull’argomento. Alla fine, forse, la più grande ambizione alla quale chi scrive può veramente aspirare è solo sognare di lasciare delle macchie di inchiostro che tolgano il sonno ai curiosi del futuro.

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