La Cristologia del libro dell’Apocalisse

di Giuseppe Guarino

Qui di seguito il capitolo 23 del mio libro “Capire l’Apocalisse”.

 

Capitolo 23

La testimonianza di Gesù

“La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia” (Apocalisse 19:10)

Il protagonista dell’Apocalisse non è l’anticristo. Né il falso profeta o il dragone. Gesù è il protagonista di tutta la Bibbia. Dalla Genesi in avanti, tutta la Scrittura attesta che egli è Messia, Cristo, Creatore, Redentore, Angelo del Signore, Uomo, Parola di Dio, Agnello, Re, Sommo Sacerdote, Dio, Signore, Figlio dell’Uomo, e ogni cosa, tutto in tutti.

Nell’Apocalisse rinveniamo una cristologia meravigliosa, una descrizione del nostro Signore così completa, come forse non la troviamo in nessun altro libro della Bibbia. L’abbiamo certamente notata leggendo Apocalisse. La vorrei riepilogare qui.

Le brutte notizie, infatti, sono finite con il capitolo precedente. Le menzioni del Diavolo pure. Da qui in avanti, solo la gioia della certezza della vittoria del nostro Signore, e nostra, e l’eterna gloria che sarà.

Ho riassunto qui di seguito i titoli più evidenti che vengono attribuiti a Gesù. Ci sarebbe così tanto da discutere. Ma, se da una parte ciò è affascinante, esula dallo scopo primo di questo libro e sarebbe una deviazione dal nostro discorso primario.

Gesù

Il nome del Signore è utilizzato più volte. Solo o assieme a Cristo (Apocalisse 1:1, 2, 5) o preceduto da Signore (Apocalisse 22:20).

Cristo

Cristo qui in Apocalisse è un titolo utilizzato con valenza di nome, affiancato a Gesù, ma è anche un termine che assume la forza di “Messia” nell’accezione ebraica del vocabolo, utilizzato in Apocalisse 11:15, 12:10, 20:4 e 20:6.

Il testimone fedele, il Veritiero, l’Amen

Viene definito così il Signore in Apocalisse, poiché in Lui tutto è Verità e ha testimoniato alla Verità, Apocalisse 1:5, 3:7, 14, 19:11 ed è egli stesso la Verità.

Il primogenito dai morti

Gesù è chiamato così in Apocalisse 1:5. Alla sua resurrezione si accenna molte volte in Apocalisse: 1:18, 2:8, per citare due brani.

Qualcuno dirà, a ragione, che Gesù non è stato il primo a risorgere dai morti. Lazzaro è risorto qualche giorno dopo la sua morte. Ma Gesù è il primo tra i morti a risorgere con un corpo glorioso, un corpo che non morirà più. Lazzaro tornò in vita, ma morì poi normalmente.

Il corpo che avremo nella prima resurrezione è quello di cui leggiamo in 1 Corinzi 15, dove Paolo si sofferma in dettaglio.

L’apostolo Giovanni ne accenna nella sua epistola: “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è(1 Giovanni 3:2).

Il principe dei re della terra

Questo titolo sottolinea la regalità di Gesù. Tutto gli è sottoposto.

Giudice 

Egli tornerà per la sua Chiesa, per regnare e per giudicare. Egli è infatti sia Salvatore sia Giudice. (Apocalisse 1:7)

 il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine, l’Alfa e l’Omega.

Questi attributi gli vengono riferiti in Apocalisse 1:17, 2:8, 22:13.

Gesù è Creatore di ogni cosa, giudice di ogni cosa e il senso di ogni cosa.

“Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Colossesi 1:16)

Principio della Creazione di Dio 

Viene definito così in Apocalisse 3:14 in quanto da Lui e per mezzo di lui è stata creata ogni cosa. Giovanni 1:1-3.

Alcuni vogliono attribuire un significato a questa espressione che non ha, e cioè che “Gesù è la prima creatura di Dio”. Ma la Scrittura non dice così. Non sono questi i vocaboli utilizzati da Giovanni. Gesù è il Principio (ἡ ἀρχὴ) e non il primo (ὁ πρῶτος), il Principio della Creazione di Dio e non la prima creatura di Dio.

“Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:18)

il Figlio di Dio

Lo leggiamo in Apocalisse 2:18.

Leone della tribù di Giuda, radice e discendenza di Davide

Apocalisse 5:5 e 22:16.

Mi viene spesso in mente la domanda che Gesù pone ai Farisei.

“Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, dicendo: “Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?” Essi gli risposero: “Di Davide”.  Ed egli a loro: “Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: “Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?’” Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?”  E nessuno poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo” (Matteo 22:41-46).

Anche adesso: come fa Gesù ad essere sia il discendente che la radice di Davide?

Qui è la chiave per la comprensione del fatto che Gesù, il Messia, è più che un semplice uomo: è la Parola di Dio fattosi uomo (Giovanni 1:14), Dio in forma di servo (Filippesi 2:7).

L’errore dei Farisei?

Non chiedere a Gesù di spiegarli perché il Messia era sia discendente che Signore di Davide.

Il pregio degli apostoli, e di ogni credente?

Andare a Cristo e oggi allo Spirito Santo, suo Vicario, per comprendere l’autentico senso della Scrittura. La salvezza non è lontana da noi: può essere la risposta alle domande poste con un cuore aperto alla Verità.

Agnello

In Apocalisse 5:6, 8, 12, 13, Gesù appare come un Agnello.

Ricordiamo le parole di Giovanni: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29).

Qui l’Agnello però è nella Sua gloria celeste. Riceve onori da coloro che ha redento e dalla Creazione tutta ed è pronto ad eseguire il giudizio di Dio.

Parola di Dio

Gesù è la Parola di Dio, Apocalisse 19:13, Giovanni 1. Egli è la manifestazione visibile del Dio invisibile, come la parola esprime in maniera comprensibile il pensiero altrimenti sconosciuto.

Egli è l’immagine dell’invisibile Dio” (Colossesi 1:15).

Filippo disse a Gesù: “mostraci il Padre” (Giovanni 14:8). E Gesù rispose: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9).

Infatti, nel prologo al suo vangelo aveva scritto Giovanni: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio che è nel seno del Padre è colui che lo ha dichiarato” (Giovanni 1:18). La parola “dichiarato” che sembra fuori luogo in questo contesto, ma non lo è, è importante: perché la rivelazione e la manifestazione della persona di Dio avviene tramite la Parola.  (“Dichiarato” è la traduzione letterale della parola greca originale utilizzata qui da Giovanni, ἐξηγήσατο. Risulta ovviamente meno comprensibile al lettore, ma preziosissima a chi indaga il senso profondo dell’affermazione fatta qui dal quarto evangelo.)

Non è per caso quindi che nel descrivere il ritorno di Gesù, Giovanni lo chiama nell’Apocalisse: la Parola di Dio.

In più punti del Nuovo Testamento il ritorno di Cristo viene definito la sua Rivelazione.

“Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all’azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo” (1 Pietro 1:13).

Si, il vocabolo originale greco usato da Pietro è lo stesso di quello di Apocalisse 1:1. Lo dico perché il dubbio, lecito, potrebbe sorgere.

La Scrittura ci attesta chiaramente che non fu il Padre ad apparire nell’antichità, a camminare nell’Eden con Adamo, a mostrarsi ai patriarchi di Israele, ad Abraamo in particolare, ad apparire a Mosè, ecc. Era la Parola, Gesù prima di diventare uomo, perfetta manifestazione di Dio nel mondo visibile, ad apparire e mostrare il Dio invisibile, che nessuno ha mai visto (Giovanni 1:18) né può vedere (1 Timoteo 6:16).

Allo stesso modo è stata la Parola a farsi uomo, Dio con noi (Giovanni 1:14).

Sarà quindi la Parola a rivelare, manifestare Dio al mondo: è Gesù, il Cristo, che, dopo essere apparso come Salvatore duemila anni fa, ritorna adesso come

RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI

per fare giudizio e regnare (Apocalisse 19:16).

 Lucente stella del mattino

In Apocalisse 22:16 proprio in chiusura del libro, Gesù è definito la lucente stella del mattino. Dopo la notte più buia, la stella del mattino annuncia l’inizio di un nuovo giorno, dona speranza e la certezza della luce che sta per illuminare la Creazione di Dio e ridarle vita.

 

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