Ennesima contraddizione nei vangeli

di Giuseppe Guarino

Ho comprato con un certo entusiasmo e la solita curiosità storica una rivista durante il periodo pasquale. Non dico che ne sono rimasto completamente deluso: non si tratta di un testo religioso, ma di un approccio prettamente critico/storico alla figura di Gesù di Nazareth.

Ma sono un po’ deluso di leggere per l’ennesima volta di contraddizioni nei vangeli che sono ritenute tali semplicemente per via di una non sufficiente analisi del testo, o a causa di un atteggiamento di sufficienza verso lo stesso che non poggia ormai su nessuna concreta motivazione storico-filologica: anni e anni di critiche e attacchi si sono miseramente sciolti come neve al sole con l’aumentare delle conoscenze storiche sul periodo in cui sono stati scritti i Vangeli.

Ad ogni modo, questo è il problema. Questa la pagina della rivista e il mio appunto veloce e poi le note che seguono.

Un certo atteggiamento poco imparziale sull’attendibilità storica dei vangeli, conduce l’autore, Jean-Pierre Isbouts, a commettere un errore di valutazione davvero grossolano.

A pag. 22 (nella foto) scrive: “Nel racconto di Luca, il neonato Gesù è assistito da pastori locali che stavano “facendo la guardia al loro gregge” (Luca 2:8), ma nella narrazione di Matteo la nascita richiama l’arrivo dei tre “Magi da oriente” (magoi apò anatoloon, Matteo 2:1). Il suo Vangelo narra come i magi si inginocchiarono davanti al bambino Gesù e “gli offrirono in dono, oro, incenso e mirra” (Matteo 2:11)”.

Quella che viene presentata come una contraddizione fra le narrazioni evangeliche – ancora una volta e per l’ennesima volta! – è frutto di una non attenta valutazione del testo biblico.

Vediamo con calma le due narrazioni in parallelo.

Luca 2:8-20 effettivamente parla dell’umile nascita del Signore.

I versi da 21 a 24, citati a pagina 25 della stessa rivista “La storia di Gesù” nel riquadro in basso intitolato “La visita al Tempio” parlano della circoncisione di Gesù che seguì, all’ottavo giorno, secondo la legge di Mosè, della purificazione di Maria e dell’offerta che seguì. Notiamo bene quest’ultima: “una coppia di tortore o due giovani piccioni”,o v. 24. Si trattava dell’offerta riservata a chi aveva mezzi economici modesti. I “magi” a questo punto non erano ancora giunti, perché dopo il loro arrivo, con i loro doni, la condizione economica della famiglia cambiò, tanto che questa poté permettersi il viaggio e il soggiorno in Egitto.

I dettagli menzionati in Luca 2 sono totalmente trascurati da Matteo. Quest’ultimo vangelo comincia con “Il libro (in ebraico Sefer) della generazione di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo”. Esso si conclude al v. 25. Indipendentemente dalla divisione in capitoli e versi, che è convenzionale, in questo particolare caso, però, la stessa coincide con l’inizio di una nuova sezione della narrazione.

Quanto tempo sia intercorso fra Matteo 1:25 e Matteo 2:1 lo capiamo dal contesto. La narrazione di Luca 2 è passata da un po’. I “magi” entrano in una abitazione e trovano il bimbo e sua mamma (Matteo 2:11). Giuseppe non c’è in quel momento specifico. Ma è lui cui l’angelo dice di rifugiarsi con la sua famiglia in Egitto. Giuseppe lo fa subito. Ed ha i mezzi economici per farlo grazie ai doni portati dall’oriente! Grazie a quei doni la famigliola non è certamente più povera e può garantirsi con facilità lo spostamento.

Al v. 16 intuiamo che Gesù in quel periodo poteva anche aver raggiunto l’età di due anni.

Nessuna contraddizione, quindi, solo una frettolosa valutazione del testo per compiacersi di un approccio razionale e preconcetto, persino superficiale, che, come troppo spesso accade, conduce a considerare errori ciò che non lo sono.

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Se vuoi leggere il  mio articolo sui magi d’oriente, clicca sul link che segue per leggerlo per esteso.

I RE MAGI: chi erano? – www.giuseppeguarino.com

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Quello che segue invece è il mio commentario a Daniele, verso per verso, preceduto da un’ampia introduzione storico-linguistica.