di Giuseppe Guarino
Festività ebraiche e calendario profetico
INTRODUZIONE
Ho l’abitudine di scrivere sempre la data su un libro quando lo leggo. Il 13 maggio 1997 ho finito di leggere Israel’s Holy Days, In Type and Prophecy di Daniel Fuchs, pubblicato dai Loizeaux Brothers.
Nonostante siano trascorsi così tanti anni, questo libro ha lasciato un meraviglioso ricordo. Si tratta di uno studio particolare, unico, molto accurato e da una prospettiva ebraica molto solida. Insomma, non avendo i diritti per potere tradurre questo libro in italiano, non essendo riuscito a rintracciare l’autore, ho deciso io stesso di scrivere sull’argomento. Ci sarà ovviamente del mio nelle pagine che leggerete, ma le informazioni tratte da IHD, lo abbrevierò così per dare credito a questo studio ogni volta che sentirò di doverlo fare, saranno davvero preziose.
Ciò che Fuchs dimostra è che il calendario delle festività ebraiche e quello profetico camminano insieme. Nelle prescrizioni date a Mosè Dio ha anche mostrato le cose che sarebbero avvenute. La Legge ha infatti l’ombra delle future cose.
Come spesso accade ci renderemo conto di ciò approfondendo il nostro studio, mentre i tasselli si incastoneranno perfettamente e il piano eterno di Dio si rende evidente ai nostri occhi.
Ciò testimonia ancora una volta della meravigliosa armonia della Parola di Dio, che è un libro. Scritto in periodi storici e circostanze diverse, in lingue diverse persino, da uomini che non si sono mai conosciuti tra di loro. Eppure questo libro, la Bibbia, è uno, un solo libro con un unico autore che ha guidato la sua stesura, lo Spirito Santo, e con un unico messaggio che riguarda ogni uomo. La Scrittura ci testimonia dell’esistenza di Dio, del suo interagire con l’uomo, ci parla di Gesù e della sua meravigliosa opera, ci annuncia il piano di salvezza e redenzione, preannuncia il giudizio per ogni uomo singolarmente e per l’umanità tutta alla fine dei tempi. Tutte queste verità le troviamo dalla prima all’ultima pagina della Scrittura, rivelate in maniera soprannaturale e spirituale. Nessuna meraviglia se il Dio che vede l’interezza della storia umana davanti a sé da prima che iniziasse, ne testimonia fra quelle pagine. In Genesi ci parla già dell’offerta del Suo Figlio Gesù sulla croce millenni dopo la caduta dei nostri progenitori.
Le profezie bibliche sono di vario tipo.
Alcune sono dichiarate semplicemente e direttamente. Altre le troviamo espresse in modi diversi, che l’accostamento di un brano della Scrittura ad un altro rende evidente. Davide era un “tipo” del Messia che sarebbe venuto. Molto di ciò che lo riguardava e di ciò che ha fatto e che è stato registrato nella Scrittura, avrebbe riguardato il Messia e non lui soltanto.
Lo stesso Gesù invitò in questo senso alla riflessione il clero giudaico così esperto nella Scrittura, ma così cieco spiritualmente:
“Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, dicendo: “Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?” Essi gli risposero: “Di Davide”. Ed egli a loro: “Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: “Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?’ “Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?” E nessuno poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo.” (Matteo 22:41-46)
Ecco come a volte si esprime la Scrittura profetica. È grazie allo Spirito che ciò che lo Spirito ha ispirato ci è comprensibile. Non dobbiamo perciò meravigliarci se a volte alcune cose di ciò che la Scrittura ci insegna appaiono incomprensibili a chi non ha la mente, un profondo interesse per le cose di Dio.
Non per nulla in Apocalisse leggiamo:
“Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire in breve” (Apocalisse 1:1)
“Mostrare ai suoi servi”, dice il testo ed è chiaro cosa significa. Non è che queste cose non possano essere accessibili a chiunque. Ma la comprensione delle profezie bibliche non può prescindere dall’accettazione del Vangelo – quello è parte di ciò che la Chiesa è chiamata ad annunciare a ogni uomo, la buona notizia. È come dire che prima di saper fare delle equazioni di terzo grado, bisogna saper fare addizioni e moltiplicazioni.
Parte della storia profetica raccontata nelle festività ebraiche di Levitico 23 si è già avverata. Siamo davanti allo stesso fenomeno che riguarda le profezie messianiche in genere, che si sono in parte avverate in Gesù di Nazareth, ma che saranno del tutto compiute al suo ritorno.
Il dato profetico della Scrittura infatti copre tutta la storia dell’umanità. Ci mostra come Dio ha ogni cosa ben chiara, la sua sovranità. Ciò è chiaro quando, significativamente nel libro dell’Apocalisse, egli dice: “IO SONO IL PRIMO E L’ULTIMO”. Egli è Colui che ha iniziato ogni cosa ed è anche Colui che farà ogni cosa nuova al tempo giusto. Lui sa quando. Noi credenti possiamo solo contemplare la Sua Maestà e attendere speranzosi il compirsi di tutte le promesse che Egli ha fatto e che saranno per noi salvezza e gloria eterna.
Iniziamo questo viaggio, leggendo Levitico 23 il nostro testo.
LEVITICO CAPITOLO 23
- Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
- “Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Ecco le solennità del SIGNORE, che voi celebrerete come sante convocazioni. Le mie solennità sono queste.
IL SABATO
- Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è sabato, giorno di completo riposo e di santa convocazione. Non farete in esso nessun lavoro; è un riposo consacrato al SIGNORE in tutti i luoghi dove abiterete.
- “”Queste sono le solennità del SIGNORE, le sante convocazioni che proclamerete ai tempi stabiliti.
LA PASQUA
- Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sull’imbrunire, sarà la Pasqua del SIGNORE;
- il quindicesimo giorno dello stesso mese sarà la festa dei Pani azzimi in onore del SIGNORE; per sette giorni mangerete pane senza lievito.
- Il primo giorno avrete una santa convocazione; non farete in esso nessun lavoro ordinario;
- per sette giorni offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. Il settimo giorno si avrà una santa convocazione, non farete nessun lavoro ordinario””.
FESTA DELLE PRIMIZIE
- Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
- “Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Quando sarete entrati nel paese che io vi do e ne mieterete la raccolta, porterete al sacerdote un fascio di spighe, come primizia della vostra raccolta;
- il sacerdote agiterà il fascio di spighe davanti al SIGNORE, perché sia gradito per il vostro bene; l’agiterà il giorno dopo il sabato.
- Il giorno che agiterete il fascio di spighe, offrirete un agnello di un anno, che sia senza difetto, come olocausto al SIGNORE.
- L’oblazione che l’accompagna sarà di due decimi di efa di fior di farina intrisa d’olio, come sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE; la libazione sarà di un quarto di hin di vino.
- Non mangerete pane, né grano arrostito, né spighe fresche, fino a quel giorno, fino a che abbiate portato l’offerta al vostro Dio. È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
PENTECOSTE
- “”Dall’indomani del sabato, dal giorno che avrete portato l’offerta agitata del fascio di spighe, conterete sette settimane intere.
- Conterete cinquanta giorni fino all’indomani del settimo sabato e offrirete al SIGNORE una nuova oblazione.
- Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per un’offerta agitata, i quali saranno di due decimi di un efa di fior di farina e cotti con lievito; sono le primizie offerte al SIGNORE.
- Con quei pani offrirete sette agnelli dell’anno, senza difetto, un toro e due montoni, che saranno un olocausto al SIGNORE insieme alla loro oblazione e alle loro libazioni; sarà un sacrificio consumato dal fuoco, di profumo soave per il SIGNORE.
- E offrirete un capro come sacrificio per il peccato e due agnelli dell’anno come sacrificio di riconoscenza.
- Il sacerdote offrirà gli agnelli con il pane delle primizie, come offerta agitata davanti al SIGNORE; tanto i pani quanto i due agnelli consacrati al SIGNORE apparterranno al sacerdote.
- In quel medesimo giorno proclamerete la festa e avrete una santa convocazione. Non farete nessun lavoro ordinario. È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
- Quando mieterete la raccolta della vostra terra, non mieterai fino ai margini il tuo campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare della tua raccolta; lo lascerai per il povero e per lo straniero. Io sono il SIGNORE vostro Dio””.
FESTA DELLE TROMBE
- Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
- “Parla ai figli d’Israele e di’ loro: “Il settimo mese, il primo giorno del mese avrete un riposo solenne, che sarà ricordato con il suono della tromba, una santa convocazione.
- Non farete nessun lavoro ordinario e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco””.
GIORNO DELL’ESPIAZIONE
- Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
- “Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno delle espiazioni; avrete una santa convocazione, vi umilierete e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco.
- In quel giorno non farete nessun lavoro; poiché è un giorno di espiazione, destinato a fare espiazione per voi davanti al SIGNORE, che è il vostro Dio.
- Poiché, ogni persona che non si umilierà in quel giorno, sarà tolta via dalla sua gente.
- Ogni persona che farà in quel giorno un lavoro qualsiasi, io la distruggerò dal mezzo del suo popolo.
- Non farete nessun lavoro. È una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete.
- Sarà per voi un sabato, giorno di completo riposo, e vi umilierete; il nono giorno del mese, dalla sera alla sera seguente, celebrerete il vostro sabato”.
FESTA DELLE CAPANNE
- Il SIGNORE disse ancora a Mosè:
- “Parla ai figli d’Israele, e di’ loro: “Il quindicesimo giorno di questo settimo mese sarà la festa delle Capanne, durerà sette giorni, in onore del SIGNORE.
- Il primo giorno vi sarà una santa convocazione; non farete nessun lavoro ordinario.
- Per sette giorni offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. L’ottavo giorno avrete una santa convocazione e offrirete al SIGNORE dei sacrifici consumati dal fuoco. È giorno di solenne assemblea; non farete nessun lavoro ordinario.
- Queste sono le solennità del SIGNORE che voi proclamerete come sante convocazioni, perché si offrano al SIGNORE sacrifici consumati dal fuoco, olocausti e oblazioni, vittime e libazioni, ogni cosa al giorno stabilito, oltre ai sabati del SIGNORE, oltre ai vostri doni,
- oltre a tutti i vostri voti e a tutte le offerte volontarie che presenterete al SIGNORE.
- Il quindicesimo giorno del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa al SIGNORE, per sette giorni; il primo giorno sarà di completo riposo e l’ottavo di completo riposo.
- Il primo giorno coglierete dagli alberi dei frutti di bell’aspetto, dei rami di palma, rami di mortella e rami di salici di torrente, e vi rallegrerete davanti al SIGNORE Dio vostro, per sette giorni.
- Celebrerete questa festa in onore del SIGNORE per sette giorni, ogni anno. È una legge perenne, di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese.
- Abiterete in capanne per sette giorni; tutti quelli che saranno nativi d’Israele abiteranno in capanne,
- affinché i vostri discendenti sappiano che io feci abitare in capanne i figli d’Israele, quando li feci uscire dal paese d’Egitto. Io sono il SIGNORE, il vostro Dio””.
- Così Mosè diede ai figli d’Israele le istruzioni relative alle solennità del SIGNORE.
di prossima pubblicazione – datemi il tempo di scriverlo.
CAPITOLO UNO – LA PASQUA