Messia e Cristo

di Giuseppe Guarino

Messia e Cristo

Presenza e assenza dell’articolo nel testo greco originale in Giovanni 1:41 e 4:25

Sto rileggendo Giovanni in greco per scrivere un libro sui suoi primi quattro capitoli.

Giovanni è uno scritto profondissimo, sul quale è stato scritto tanto. Si tratta di un libro che ristora il mio spirito ogni volta che mi dedico alla sua lettura o al suo studio – spesso la lettura si tramuta istintivamente in studio e nasce il bisogno di approfondire o di comunicare certe mie osservazioni che magari possono essere utili a chi non ha un contatto diretto con l’originale.

Ho già scritto sull’articolo in greco, ampiamente. Ho pubblicato un intero libro sull’argomento. Lo so, la prendo molto a cuore. Ed è anche semplice capire perché: vedere che c’è chi si fa ingannare da chi osteggia una falsa conoscenza mi fa male e non riesco a non provare a fare del mio meglio perché la realtà dei fatti sia accertabile da chi voglia davvero accertarsi.

La parola Messia è derivata dall’ebraico. Significa letteralmente “unto”. Forse, visto con quale frequenza la utilizziamo, ci stupirà sapere che Messia si trova nel Nuovo Testamento solo due volte, nel vangelo di Giovanni. Una delle volte in cui la parola è utilizzata, come spesso accade, essendo ebraica, viene tradotta in greco affinché i lettori del vangelo ne potessero comprendere il significato. Questa frase mi è saltata agli occhi.

Vediamo perché.

εὑρήκαμεν τὸν Μεσσίαν· ὅ ἐστι μεθερμηνευόμενον Χριστός

Questo il testo greco della parte finale di Giovanni 1:41

Vi aiuto a leggerla se non leggete il greco, tanto per avere un’idea di come pronunciare quello che stiamo studiando.

Euriscamen ton Messian, o (aspirata come “co” pronunciato da un toscano) esti methermeneuomenon Cristos.

Traduciamo:

εὑρήκαμεν τὸν Μεσσίαν· ἐστι μεθερμηνευόμενον Χριστός
Abbiamo trovato il Messia. il che è interpretato Cristo

Traducendo in maniera non interlineare: “Abbiamo trovato il Messia, che, tradotto significa, il Cristo”.

Guardate attentamente. Davanti a Messia troviamo l’articolo. Non l’articolo determinativo: stiamo attenti a non commettere questo errore. Nella nostra lingua esiste l’articolo determinativo e quello indeterminativo, ma in greco vi è solo “l’articolo”. (Accade, ad esempio, anche in maltese, la lingua che sto studiando in questo periodo.) Vi è solo l’articolo, ma non una distinzione fra articolo determinativo e indeterminativo. Quando diciamo in greco che esiste solo l’articolo  ciò ci deve mettere in guardia per evitare di commettere l’errore di identificarlo completamente con il nostro articolo determinativo.

Notiamo quindi che Messia è preceduto dall’articolo. I traduttori quindi naturalmente traducono “il Messia”. Eppure quando Giovanni traduce questo termine in greco per fare comprendere ai suoi lettori il significato traduce Cristos, senza articolo!

“Χριστός”, “Cristos”, in greco significa “unto”, come “הַמָּשִׁיחַ”, “τὸν Μεσσίαν”, il Messia in ebraico.

Lo stesso Giovanni senza timore traduce una parola ebraica preceduta dall’articolo utilizzando una parola greca senza articolo.

Che il traduttore inserisca l’articolo determinativo o meno in italiano, è chiaro che si sta parlando del Cristo, non di un Cristo; dell’Unto per eccellenza che è il Messia e non si sta definendo Gesù “un unto”.

Chi ha l’ardire di aggiungere “un” davanti a Dio in Giovanni 1:1 abusa il senso autentico della Parola di Dio, lo travisa in maniera non trascurabile. Lo stesso direi a chi traducesse qui che Gesù è “un unto”, perché che vi sia o meno l’articolo, Gesù è l’Unto, il Cristo, il Messia.

In Giovanni 4:25 la Samaritana dice:

οἶδα ὅτι Μεσσίας ἔρχεται ὁ λεγόμενος Χριστός

Sia davanti a Messia che Cristo non vi è l’articolo. Tradurrei così il brano: “sappiamo che quando il verrà il Messia (il quale è chiamato Cristo)…” Non aggiungerei l’articolo davanti a Cristo, perché poco sposa con “il quale è chiamato” in italiano. Ma tanto in italiano quanto in greco non si parla di un Messia o di un Cristo, cioè di “un unto”, ma del Messia e Cristo, Gesù!

Purtroppo chi inganna la gente – o forse inganna prima se stesso – invece di indagare le meravigliose sfumature delle lingue originali, si preoccupa più di tirare l’acqua al suo mulino, facendo torto alla Verità e all’attenzione che Giovanni presta nell’utilizzare il greco – guidato dallo Spirito Santo!

Spero di avere gettato ulteriore luce su un argomento tanto chiaro e semplice e sul fatto che chi adultera il senso della Parola di Dio o è ignorante o, peggio, in malafede.

 

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