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sei sei sei il numero della bestia

di Giuseppe Guarino

Purtroppo credo si renda davvero necessario un commento sulla immotivata diffusione di un’isteria che riguarda il cosiddetto numero della Bestia, il sei, sei, sei.

Negli anni ottanta gli Iron Maiden cantavano: “six, six, six the number of the Beast”. Facevano eco i Litfiba nel loro brano “El Diablo”. Tanti altri esempi sono disponibili dell’uso di questo numero, che gode di una certa popolarità nel mondo dell’occulto.

In effetti la simbologia di Piero Pelù e compagni è piuttosto echeggiante il testo biblico. Ma non è del tutto accurata.

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Della bevanda Monster si è detto che essa pubblicizza il “sei, sei, sei” in quanto il logo – le tre emme – ricordano molto la lettera waw dell’alfabeto ebraico che ha valenza numerica “6”.

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Anche nel codice a barre alcuni vedono – e forse sarà pure stato messo lì intenzionalmente – la triplice ripetizione del numero sei, rappresentato graficamente dalle tre segmenti, all’inizio al centro e alla fine del codice a barre, che indicano proprio il numero 6.

Ora siamo all’identificazione del 666 nei vaccini.

Poi c’è chi vede il sei, sei, sei nella www del world wide web, cioè internet.

Nel passato il 666 è stato visto nei nomi di re, papi, ecc.

Leggiamo cosa dice la Bibbia su questo “numero”. Vi chiedo un po’ di pazienza, perché è facile dire una cosa, buttarla lì sul web con una bella immagine. Tutt’altra cosa è invece analizzare la questione con serietà e fedele aderenza al testo biblico.

Leggiamo Apocalisse 13

1 Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi.
2 La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la sua bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità. 

Per capire cosa indica qui il testo per “bestia” ci basta leggere il capitolo 7 di Daniele. Invito il lettore a farlo.  Può seguire questo link se vuole leggerlo subito La Sacra Bibbia – Daniele 7 (Nuova Riveduta) (laparola.net)

Siamo davanti ad un sistema politico, un regno, una nazione, una forma organizzata di vivere civile che, trattandosi di una profezia ancora non avveratasi non possiamo allo stato attuale meglio definire. Potrebbe essere, come alcuni sostengono – e come anche io sono propenso a pensare – una confederazione di stati. Ciò a motivo della descrizione che si dà di questa potenza mondiale che farà la sua comparsa poco prima del ritorno di Cristo nello stesso libro di Daniele, 2:43, “…  Come hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, essi si mescoleranno per seme umano, ma non si uniranno l’uno all’altro, esattamente come il ferro non si amalgama con l’argilla.

Il Dragone che dà potenza a questo regno, è detto poco prima, in Apocalisse 12:9.

3 Una delle sue teste sembrò ferita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia. 4 E adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?» 5 E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi. 6 Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. 7 Le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli, e le fu dato di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. 8 L’adoreranno tutti gli abitanti della terra il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato.
9 Se uno ha orecchi, ascolti. 10 Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno deve essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui sta la costanza e la fede dei santi.

Qui possiamo solo leggere ciò che è scritto e che riguarda coloro che vivranno i giorni in cui questa terribile potenza mondiale apparirà sulla scena, costoro riconosceranno bene l’avverarsi di questa profezia.

Il senso per il quale il Signore ci rivela queste cose è perché noi sappiamo che Egli ha comunque il controllo e la Sua vittoria finale sul male è certa.

11 Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.
12 Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia, la cui piaga mortale era stata guarita. 13 E operava grandi segni miracolosi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. 14 E seduceva gli abitanti della terra con i segni miracolosi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un’immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. 15 Le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia affinché l’immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia.

Ecco una seconda bestia. Sembra che la prima, un potere secolare, venga affiancata da una seconda, religiosa. Parla come l’agnello perché evidentemente imita il Cristo, ma parla il linguaggio del diavolo.

16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. 17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.

In un qualche modo è questa seconda bestia che obbliga gli uomini a prendere un marchio, che sta sulla mano destra o sulla fronte.  Quindi, allo stadio attuale, vi è ben poca attinenza, nessuna a dire il vero, fra l’inoculazione di un vaccino e un marchio che dovrebbe stare sulla mano o sulla fronte. “Sulla”, cioè “sopra”.

Questo marchio è sia il nome stesso della bestia, sia il numero che corrisponde al suo nome.

Nella lingua ebraica ogni lettera dell’alfabeto aveva una valenza numerica. Oggi non è più così. E’ stato quindi tentato in ogni modo di trovare la valenza numerica di questo o quel personaggio storico o del momento che sia particolarmente scomodo, o che sia pure un “anticristo”, perché vi sono stati e vi saranno sempre “anticristi” cioè nemici di Cristo. Nerone, Hitler, ecc. L’ultima che ho letto è quella che identifica il 666 con il nome di papa Bergoglio. Non mi piace particolarmente come personaggio, ma biblicamente questo tipo di identificazione, sempre allo stato attuale, lascia il tempo che trova.

Nessuna delle circostanze che il brano descrive così chiaramente sono riscontrabili in eventi storici passati o attuali. Nonostante le varie restrizioni di vari momenti storici e quelle attualmente in essere in Europa, e in particolare in Italia, non abbiamo un avverarsi della profezia di Apocalisse 13.

Un ultimo dettaglio importante è che il numero della bestia non è la triplice ripetizione del numero sei, bensì seicentosessantasei, che nella nostra lingua si scrive 666, ma che, nella lingua originale dell’Apocalisse, il greco, si scrive χξς, ovvero εξακοσια εξηκοντα εξ. Probabilmente un po’ meno attraente e suggestiva della nostra tripla ripetizione numerica, assente in lingua greca. In ebraico forse anche meno (שש מאות וששים ושש) ma non abbiamo un originale ebraico del testo dell’Apocalisse e dobbiamo fare quindi affidamento sul testo greco.

Mi auguro che questo breve articolo contribuisca a marchiare come forzature inaccettabili le interpretazioni che vogliono individuare nei vaccini il cosiddetto “marchio della bestia”. Allo stesso modo, e lo ripeto, allo stato attuale, non abbiamo modo di ritenere che nemmeno i tanto temuti microchip sottocutanei possano riferirsi all’avverarsi delle profezie sull’Anticristo o altre fantomatiche nuove tecnologie nanobotiche.

Se leggiamo con sobrietà il testo dell’Apocalisse ciò ci sembrerà oltremodo chiaro.

Ps. Evitiamo di far ridicolizzare la Parola di Dio, ma opponiamo una sobria e attenta lettura del testo biblico.

 




Perfezione numerica della Bibbia

di Giuseppe Guarino

Ogni lettera dell’alfabeto ebraico ha un valore numerico, come è riportato nella tabella qui accanto. Da alcuni studi, sembra che anche la matematica testimoni la perfezione della Parola di Dio. Vediamo di cosa sto parlando.

Di seguito il nome di Davide scritto in ebraico ed il valore numerico di ciascuna lettera.

D V D
ד ו ד
4+6+4 = 14

La somma dei numeri corrispondenti alle lettere ebraiche presenti nel nome David è 14. Non è coincidenza che il vangelo di Matteo cominci con la genealogia di Gesù e che questa si divida in 3 parti e ogni parte contempla 14 nomi. Matteo stesso lo specifica.

Matteo 1:17: “Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.

Se 14 è il numero del nome di Davide, 42 nomi elencati dall’evangelista corrispondono a 14 x 3. Ciò non è casuale. Come è risaputo 42 è numero di tribolazione e di un periodo di attesa dell’adempimento delle promesse di Dio e del suo intervento.

Anche con i numeri della sua narrazione Matteo, ebreo che scrive ad ebrei, si premura di chiarire che Gesù è il Messia tanto atteso dalla nazione ebraica.

Per coloro che ritengono impossibile che un uomo o una famiglia tramandi la propria genealogia in maniera come ce la riporta il vangelo di Matteo, e che quindi ritengono la sua narrazione fantasiosa, basta citare il premio Nobel Shemuel Josef Agnòn il quale dichiarò di sapere di essere discendente del profeta Samuele. (Alberto Mello, L’ebraicità di Gesù e dei Vangeli, EDB, p.23)

Ivan Panin era un matematico divenuto un credente dopo aver scoperto l’impossibile (o divina) perfezione numerica esistente nelle lingue originali della Bibbia. Basta cercare su Google per approfondire gli straordinari risultati delle sue ricerche.

Non sono un matematico e dubito che potrei apprezzare sufficientemente il lavoro di Panin. Sono più incline agli studi di teologia e storia ed in questi campi ho raggiunto la mia personale convinzione sull’origine divina delle Scritture ebraico-cristiane. Ma una cosa mi ha colpito leggendo dei risultati di Panin.

Il primo verso della Bibbia (Genesi 1:1) in ebraico è di straordinaria bellezza. L’ho fatto imparare a memoria in originale ad entrambi i miei figli perché ritengo sia un’espressione completa della fede monoteista nel Dio della Bibbia.

Ecco come si presenta nell’alfabeto ebraico (che è privo di vocali e si legge da destra verso sinistra).

בראשׁית ברא אלהים את השׁמים ואת הארץ

Fondamentalmente, nel nostro alfabeto, si legge così: “Berescit barà Eloim et asciamaim veet aarez”. Per la pronuncia esatta si può ascoltare l’audio su youtube seguendo questo link.

Le impossibili coincidenze numeriche che rinveniamo già nel solo primo verso della Bibbia sono incredibili.

È composto da 7 parole.

La prima e l’ultima sono composte rispettivamente da 6 e 4 lettere, due numeri molto significativi, che simboleggiano rispettivamente uomo e terra.

La seconda e la sesta parola sono di 3 lettere ciascuna. (3+3=6). Il 3 è un numero che indica completezza.

La somma delle lettere della prima e dell’ultima parola e della terza e quinta è di 10.

Il totale delle lettere del verso è 28, cioè 4 volte 7, simbolo della terra (4) e della perfezione (7).

La somma delle lettere delle prime 3 (completezza) parole è 14. La somma delle seconde 4 (terra) parole è 14.

Non mi stupisce che anche la matematica renda testimonianza all’origine divina delle Parola di Dio. Scrivo questo breve articolo proprio per portarlo all’attenzione dei miei confratelli evangelici.

Devo, però, segnalare che ho visto molti estremismi su internet, che non hanno nulla a che vedere con le osservazioni scientifiche che solo un vero matematico è in grado di fare. Se quindi da una parte mi entusiasmo per le conclusioni raggiunte da un uomo ferrato nella sua materia (Panin), dall’altra metto devo mettere in guardia i miei lettori dagli entusiasmi di chi non chiama in causa la matematica ma da letteralmente i numeri.

Detto anche questo, posso concludere che non mi sorprende se appare matematicamente evidente che anche i numeri testimoniano la perfezione della Parola di Dio e la sua origine divina. Panin non vide altra soluzione per spiegare l’occorrenza del numero 7 e dei suoi multipli in tutta la Bibbia, impossibile da ricondursi all’attività umana.