di Giuseppe Guarino
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In questi giorni ho incoraggiato all’acquisto della rivista “Storica” che parla dei rotoli del Mar Morto. Confermo che ne vale la pena acquistarla. Ma c’è un dettaglio, un’affermazione che essa contiene che non condivido. E credo di non condividerla in base a motivazioni fondate.

Questa frase si trova a pag. 8.
In questo articolo voglio velocemente e schematicamente rappresentare perché non condivido questa affermazione. Credo forse che venga fatta confusione con il canone del Nuovo Testamento o con la ratificazione al canone ebraico data dai cristiani. Non so. Di certo il canone delle Scritture dell’Antico Testamento era completo molto tempo prima del IV secolo a.C.
1. La testimonianza di Flavio Giuseppe.
Lo storico giudeo Flavio Giuseppe (o Giuseppe Flavio), vissuto anche lui a cavallo fra il primo secolo a.C. e il primo secolo d.C. , nel suo scritto contro Apione (I.8) è piuttosto chiaro e diretto.
“Perché noi abbiamo una innumerevole moltitudine di libri fra noi, che non concordano e si contraddicono a vicenda (come i Greci), ma solo 22 libri, i quali contengono le narrazioni dei tempi trascorsi… e quanto fermamente noi diamo importanza a quei libri della nostra propria nazione, è evidente dal nostro comportamento, visto che durante così tanto tempo trascorso, nessuno ha osato aggiungere ad essi, togliere ad essi, o modificarne il testo. Anzi diviene naturale a tutti i giudei, immediatamente e dalla loro stessa nascita, stimare che quei libri contengano insegnamenti divini…” The Works of Josephus, Hendrikson Publisher, January 1991.
Nel canone ebraico moderno vengono citati 24 libri anziché 22 come afferma Flavio Giuseppe. Ma ciò è dovuto al fatto che i libri dei Giudici veniva accorpato a quello di Rut e quello di Geremia a Lamentazioni.
Lo storico ebreo conferma quindi il canone ebraico come lo conosciamo noi.
2. La testimonianza di Gesù
“Poi (Gesù) disse loro: “Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi” (Luca 24:44).
Gli ebrei dividono le Scritture in tre parti: Legge di Mosè, Profeti e Scritti. L’affermazione fatta da Gesù richiama chiaramente questa distinzione, confermando che era già fissata durante il suo ministero, nella prima metà del I secolo d.C.
Egli fece anche un altro riferimento all’Antico Testamento ebraico. Lo troviamo in Matteo.
“affinché venga su voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Berechia, che voi uccideste fra il tempio e l’altare (Matteo 23:35)”.
Questa espressione di Gesù equivale alla nostra “Dalla Genesi all’Apocalisse”, visto che menziona l’omicidio di Abele che troviamo nella Genesi, primo libro del canone ebraico, e quello di Zaccaria che si trova in 2 Cronache 24:20, ultimo libro del canone ebraico.
3. La testimonianza dell’apostolo Paolo
L’apostolo Paolo fa un’affermazione che è cara a noi tutti cristiani.
“Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16).
Questa espressione noi (a ragione) la estendiamo anche al Nuovo Testamento. Ma siamo ben coscienti che quando Paolo la scrisse esisteva solo l’Antico Testamento. Il fatto che si esprima in maniera così diretta e non fornisce ulteriori chiarimenti, è a favore dell’esistenza di un canone ben definito dell’Antico Testamento che non richieda di specificare cosa sia “Scrittura”.
Conclusione
Quindi, abbiamo delle prove concrete che il canone dell’Antico Testamento fosse già fissato ai tempi di Gesù. Poi vi era sicuramente, come i Sadducei che accettavano solo gli scritti di Mosè, chi intratteneva opinioni diverse. Ma quella richiamata da Flavio Giuseppe e Gesù sembra sia il canone ebraico come noi lo conosciamo.
Il Canone cristiano dell’Antico Testamento: un chiarimento.
Ma, si chiederà lecitamente qualcuno, come mai il canone ebraico conta 22 o 24 libri e il nostro 39?
I libri sono i medesimi, ma contati in modo diverso.
L’alfabeto ebraico non ha vocali e 1 e 2 Re in ebraico sono un unico libro: Libro dei Re. Anche 1 e 2 Cronache in ebraico sono un unico libro. La divisione è nata per comodità visto che tradotto in greco il testo diventava troppo lungo per stare in un unico rotolo. Questi due libri vennero quindi divisi in due parti.
I profeti minori sono da noi contati come 12 libri. Ma in ebraico come 1 solo libro, perché contenuti in un unico rotolo.
E così via, altri raggruppamenti specifici dell’ebraismo portano la conta a 24 piuttosto che i nostri 39.
Sappiamo tutti che per la Chiesa romana i libri dell’Antico Testamento sarebbero 46. Essi hanno effettivamente aggiunto 7 libri al canone ebraico. Questi libri, per usare le parole di Flavio Giuseppe, facevano parte di quella “innumerevole moltitudine di libri” che magari erano buoni libri – come oggi vi sono molti libri utili e buoni – ma che non erano parte del canone ispirato. Mi sento di dire che la loro lettura può essere utile e interessante, ma non di sostenere che possano considerarsi “Scrittura”.