Scripta manent

di Giuseppe Guarino

Ovviamente sono di parte se difendo l’importanza dei libri. Ma ciò non vuol dire necessariamente che io abbia torto.

Eravamo rilassati dopo il culto serale e si parlava del più e del meno quando un fratello – cara persona, gli voglio bene – dice di non essere in alcun modo interessato alla lettura o alla scrittura. Me lo sento dire spesso in Italia, troppo spesso. Per questo non mi sono stato zitto e ho affermato: “quindi se fosse stato per te oggi non avremmo avuto la Bibbia. E se non avessimo avuto la Bibbia come avremmo potuto appurare la Verità?”

La mia frase lo ha fatto riflettere.

Nei miei studi sulla formazione dei vangeli e l’origine del Nuovo Testamento mi imbatto spesso in chi sopravvaluta la tradizione orale a discapito della necessità di un testo scritto. È vero che la predicazione del vangelo è affidata anche oggi in gran parte alle predicazione dai pulpiti, alle attività evangelistiche personali e organizzate, che poggiano principalmente su testimonianze personali e non su testi scritti – citati spessissimo, come è giusto che sia, ma oralmente. Ciò non toglie che la scrittura sia fondamentale. Il popolo ebraico lo sapeva. E ne rintracciamo l’enorme cura che ne aveva in molti esempi che vengono dalla Bibbia – ne citerò qualcuno più avanti – ma anche dalla storia: i rotoli del Mar Morto sono testi nascosti dalla furia distruttrice romana, affinché la Parola di Dio potesse essere preservata.

Qui sopra alcune grotte, così difficili da raggiungere da essere usate come nascondiglio per gli scritti della comunità di Qumran e rimanere inviolate per quasi duemila anni, dal 68 d.C. al 1947 quando sono stati ritrovati qui i cosiddetti rotoli del Mar Morto, quasi mille libri, testi biblici e religiosi in genere.

La struttura in Israele chiamata Shrine of the Book (Scrigno del libro), nella foto qui sotto con relativo link, raccoglie le prove manoscritte al testo ebraico più importanti ed è concepito come una struttura capace di rimanere intatta anche nell’eventualità di una guerra nucleare.

Shrine of the Book | The Israel Museum, Jerusalem

Quando Paolo scriveva che ai giudei, “furono affidati gli oracoli di Dio” (Romani 3:2) possiamo intenderlo nel senso più letterale del termine. E dirò di più, questo compito non si estendeva solo all’Antico Testamento, ma ha lasciato traccia anche nella formazione del Nuovo. Infatti questo non è stato scritto dalla Chiesa Gentile nascente, ma da quella Giudaica originaria: da Matteo, Marco, Giovanni, Pietro, Giacomo. Se di Luca si dice che non fosse ebreo – ma non possiamo averne la certezza assoluta, a mio avviso – va comunque detto che il suo lavoro si svolge all’interno dell’ombrello del ministero di Paolo.

Se la predicazione diffonde il Vangelo, è alla scrittura che va affidata la sua preservazione. Se la Parola di Dio viene diffusa verbalmente, essa viene però tramandata tramite la scrittura.

Di cosa parlava Pietro se non della cura per gli scritti apostolici che da subito mostrò la Chiesa? “14So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere.  15Ma mi impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose” (2 Pietro 1:14-15).

Vediamo praticamente perché la scrittura si è dimostrata fondamentale in certi frangenti.

Sebbene vi siano state voci contro l’effettiva autorità mosaica del Pentateuco, credo che il tempo stia rendendo le critiche sempre meno fondate e la posizione della Scrittura sempre più plausibile.

Dio stesso disse a Mosè di scrivere.

Il SIGNORE disse a Mosè: “Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo” (Esodo 17:14)

Vedete come troviamo già dalle prime pagine della Bibbia il concetto di cui parlavo prima: diffusione orale, preservazione scritta.

Poi il SIGNORE disse a Mosè: “Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele” (Esodo 34:27).

E il Signore stesso ha sigillato questo fatto: “se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me” (Giovanni 5:46).

 

Già al primo passaggio generazionale, Dio mette subito in guardia Giosuè.

Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai ” (Giosuè 1:8).

Sapete qual è l’errore più grande che si possa commettere nell’educazione religiosa dei figli? Devolverla alle istituzioni.

Non a caso il Signore aveva detto al suo popolo come comportarsi.

Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE. Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai” (Deuteronomio 6:4-7)

La profonda crisi che vive il cattolicesimo nella nostra nazione è proprio dovuta a questo disinteresse all’interno delle mura domestiche, dove i genitori – mancando alla promessa fatta anche dai padrini al battesimo, comunione e cresima – non si curano dello stato della fede personale dei figli, ma devolvono alle istituzioni.

“L’evento più rivoluzionario, a cui pochi prestano attenzione, è la fine della trasmissione della cultura religiosa tradizionale all’interno delle pareti domestiche. La famiglia mononucleare (tranne eccezioni) non insegna più a pregare, non spiega il decalogo, non trasmette racconti, fatti e leggende religiose. Affida tutto alla scuola, ma a sua volta l’ora di religione si è trasformata in tuttologia, saltando spesso l’esegesi della Bibbia. E così, per la prima volta nella storia del Cristianesimo, si è spezzata la catena della memoria. Basta guardarsi intorno. I figli della generazione di mezzo sanno a malapena chi è Abramo, vacillano su Isacco, ignorano Giacobbe. Le parabole sono per loro un mistero. Quando essi stessi saranno genitori non avranno più niente da tramandare.” Fonte: https://www.uaar.it/ateismo/statistiche/quanti_cattolici/

 

L’assidua attività delle chiese evangeliche italiane e la maniera sentita in cui viene promossa la vita di fede domestica offrono speranza alla nostra nazione in ogni senso.

Nonostante le raccomandazioni contenute nella Legge mosaica, e quelle fatte a Giosuè, “10dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il SIGNORE, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele. […]12abbandonarono il SIGNORE, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e andarono dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davanti a essi e provocarono l’ira del SIGNORE;  13abbandonarono il SIGNORE e servirono Baal e gli idoli di Astarte.” (Giosuè 2:10-12,13).

Come abbiamo visto dati alla mano, neanche oggi siamo immuni dal crollo che conobbe la spiritualità del popolo di Dio.

Eppure c’è speranza. Perché nonostante la pigrizia dei nostri padri Dio non ci ha lasciato senza una testimonianza affidabile della Verità, della sua esistenza, della sua volontà, dell’opera meravigliosa del Cristo. In casa nostra, da qualche parte deve esserci una Bibbia. Magari impolverata, ma deve esserci. Forse non sarà facile imbattersi in lei, ma deve esserci una copia da qualche parte.

Guardate cosa accadde tempo fa…

8il sommo sacerdote Chilchia disse a Safan, il segretario: “Ho trovato nella casa del SIGNORE il libro della legge”. E Chilchia diede il libro a Safan, che lo lesse […]10Safan, il segretario, disse ancora al re: “Il sacerdote Chilchia mi ha dato un libro”. E Safan lo lesse in presenza del re. 11 Quando il re udì le parole del libro della legge, si stracciò le vesti.  ”(2 Re 22:8, 10-11).

Il re Giosia è il protagonista di questa storia. Ma è una storia che può ripetersi anche oggi.

Mio padre era un bravo padre, ma la sua educazione religiosa era stata molto semplice: sentita una messa le hai sentite tutte.

Mia madre era devota a ogni santo del calendario e ci trascinava in chiesa a compiere atti di devozione che non capivamo – e che forse neanche lei capiva e compiva solo per tradizione o per maldestra espressione di un bisogno religioso.

Un giorno però a casa mia si scoprì la Bibbia. La mia prima domanda fu: “Perché nessuno me l’ha fatta conoscere prima?” E mi tuffai fra quelle pagine per studiarla. Avevo circa dodici anni. Oggi ne ho quasi cinquantasette e la studio proprio come allora.

Se nessuno avesse scritto quelle pagine meravigliose, se nessuno avesse ad ogni costo fatto sì che quella memoria non andasse perduta, oggi né io né la mia famiglia conosceremmo la Verità e vivremmo la realtà della fede in Gesù che la Bibbia tramanda.

Il cristianesimo è la “religione” del libro. La scrittura, i libri, la cultura, l’istruzione sono la nostra identità. Non possiamo rinnegare questo caposaldo della nostra fede.

Guardate cosa successe al re Giosia una volta che realizzò le parole scritte nei libri di Mosè – una reazione molto simile a quella mia anni fa.

1Allora il re mandò a chiamare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme.  2Il re salì alla casa del SIGNORE, con tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, piccoli e grandi, e lesse in loro presenza tutte le parole del libro del patto, che era stato trovato nella casa del SIGNORE.  3Il re, stando in piedi sul palco, fece un patto davanti al SIGNORE, impegnandosi a seguire il SIGNORE, a osservare i suoi comandamenti, i suoi precetti e le sue leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per mettere in pratica le parole di questo patto, scritte in questo libro. Tutto il popolo acconsentì al patto.  4Il re ordinò al sommo sacerdote Chilchia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della porta d’ingresso, di togliere dal tempio del SIGNORE tutti gli arredi che erano stati fatti per Baal, per Astarte e per tutto l’esercito celeste, e li bruciò fuori di Gerusalemme nei campi del Chidron, e ne portò le ceneri a Betel.  5Destituì i sacerdoti idolatri che i re di Giuda avevano istituito per offrire profumi negli alti luoghi delle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e quelli pure che offrivano profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello zodiaco, e a tutto l’esercito del cielo.  6Tolse dalla casa del SIGNORE l’idolo d’Astarte, che trasportò fuori da Gerusalemme verso il torrente Chidron; lo bruciò presso il torrente Chidron, lo ridusse in cenere, e ne gettò la cenere sulle tombe della gente del popolo” (2 Re 23:1-6).

Questa è la potenza della Parola scritta – perché potente è Dio che l’ha ispirata e preservata – che ferma la Verità e la trasmette senza le scorie della tradizione umana,  la falsa religiosità e gli idoli che in ogni tempo assumono le più svariate forme. Si tratta di una Parola che cambia l’uomo e che riconcilia con Dio.

 

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