Prova testimoniale

di Giuseppe Guarino

Un fatto è vero perché qualcuno può testimoniare che esso è realmente avvenuto, l’ha visto, udito, ne è stato, come si dice spesso, spettatore. Il nostro sistema giuridico prevede la prova testimoniale per dimostrare o confutare la veridicità di un fatto. La testimonianza è anche uno dei punti cardini della fede cristiana.

La Chiesa Cattolica festeggia le ricorrenze di diversi santi che definisce “martiri”. Nell’uso comune della parola, martire è una persona che subisce ingiustamente da un’altra delle sofferenze. Ma il significato della parola originale è ben più profondo. “Martire” infatti deriva dal greco “μάρτυς”  che significa “testimone” e “martirio” deriva quindi dal verbo “testimoniare”. Quindi martire è colui che testimonia della Verità dell’Evangelo fino al punto di rifiutarsi di rinnegare quanto testimonia, anche a costo della vita.

Vi è un testimone più attendibile di un uomo in punto di morte? Chi si ostinerebbe a sostenere una menzogna quando è minacciata la sua stessa vita? In quel fatale momento, prima di spirare, molte persone hanno sentito il bisogno di liberarsi di alcuni pesi, di rivelare dei segreti, di riparare a dei torti, dire verità taciute.

Ci poniamo poi un’altra domanda: chi sarebbe così folle da morire per una menzogna?

Nel libro degli Atti leggiamo proprio che gli apostoli e quanti presenti all’assunzione in cielo del Signore, sarebbero stati suoi testimoni, per mandato espresso di Gesù.

“Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”. (Atti 1:8)

Se veramente Gesù non fosse risorto dai morti, se veramente gli apostoli avessero avuto qualche dubbio su questa cosa, sarebbero stati così folli da vivere una vita povera, dedita all’evangelo ed all’amore per gli altri? Sarebbero stati così folli che quando venivano imprigionati anziché gridare la propria innocenza e confessare che si trattava tutto di una congiura, cantavano le lodi di Dio?

Se Pietro non avesse avuto la certezza che Gesù fosse resuscitato si sarebbe ostinato a testimoniare una menzogna e a non rinnegarla nemmeno a costo della propria vita?

Paolo era un uomo istruito, un dotto. Eppure dedicò la sua intera vita alla predicazione dell’Evangelo ed all’apostolato al quale Gesù l’aveva specificatamente chiamato. Se fosse stata tutta una montatura ad un certo punto non avrebbe dovuto stancarsi, impaurirsi, fuggire davanti a morte certa, confessando che si trattava tutto di una congiura e di un’invenzione? Nelle sue epistole non da per nulla l’impressione di essere un idiota, mentre sarebbe da idioti vivere la vita che ha vissuto lui e fare la morte che ha fatto per una menzogna. In nome di chi e di quale guadagno?

Gli apostoli infatti non ebbero alcun guadagno terreno dall’adempiere al proprio compito, se non vivere la loro esistenza da perseguitati e concluderla dando la vita per essere fedeli fino in fondo all’incarico di testimoni della resurrezione che Gesù aveva loro affidato.

Sento ogni giorno parlare di chi crede e di chi non crede, di teorie su teorie e ragionamenti filosofici. Ma quanti di questi gentiluomini messi dietro ad una scrivania ed un pc a sputare sentenze sulla nostra Fede in Cristo Gesù sarebbero così convinti delle proprie teorie da sostenerle fino alla morte? Gli uomini ai quali noi abbiamo creduto, l’hanno fatto. Se il prezzo della loro vita è stato pagato in vano per alcuni, è invece valso la salvezza di molti.

I brani neotestamentari che ricordano il valore della testimonianza apostolica sono tra i più belli e significativi della Parola di Dio e meritano di essere ricordati nella chiusura di questa breve riflessione-studio.

“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi …”  (1 Giovanni 1:1-3)

“Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà”. (2 Pietro 1:16)

Prima di affidarci a questo o quel individuo ed alle parole che dicono sulla Fede e sull’Evangelo, misuriamo la loro  attendibilità di testimoni. Gli apostoli hanno provato di essere testimoni disinteressati e fedeli, ritenere che ciò che ci abbiano tramandato è attendibile è una logica conseguenza.