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Divorzio: La Bibbia lo permette?

di Giuseppe Guarino

Premessa.

Sto scrivendo un libro sul divorzio. Estraggo qui una parte di questo scritto ancora in lavorazione, visti gli interessanti risvolti dei miei approfondimenti. Alla fine di questo articolo pubblico la lettera di un mio lettore che spiega perché continuo a scrivere su un argomento ed in generale. Mi è stato detto che essere indipendente è la forza del mio lavoro e quindi scrivo su un argomento così spinoso conscio che il mondo evangelico è ancora diviso. Dobbiamo tutti comprendere che, ben più importante della diatriba esegetica, vi è una priorità: non abbandonare chi sta sperimentando la tragedia di un divorzio, perché non naufraghi anche spiritualmente: affinché la fine del suo matrimonio non sia anche la fine della sua vita da cristiano. E’ una pesante caduta. Ma ci si può e ci si deve rialzare e continuare il proprio cammino di fede. Anzi, continuarlo con maggiore convinzione! Non è facile, ma è indispensabile impedire a qualsiasi circostanza della vita di porsi fra noi e Cristo.

Desidererei che i miei scritti sul matrimonio e sul divorzio fossero intesi in questo senso e non come incitazioni all’immoralità.

La Bibbia permette il divorzio?

Sono convinto di una cosa: la Bibbia ci insegna che Dio ha istituito il matrimonio ed è chiaro intuire che il divorzio non era nei piani originari del Signore. Il Signore Gesù lo ha confermato durante il suo ministero terreno. Ma non erano nei piani di Dio nemmeno la fornicazione, l’adulterio, la poligamia; il peccato in generale. Il brano biblico che parla dell’unione matrimoniale, la poesia d’amore di Adamo per Eva, preceda la Caduta. Esclama Adamo alla vista di Eva:

essa è carne dalla mia carne

osso dalle mia ossa

(Genesi 2:23 – versione CEI)

L’istituzione del matrimonio precede quindi il peccato dell’uomo narrato nella Genesi al capitolo 3. (Quindi chi immagina che il sesso nel matrimonio sia peccato, sbaglia di grosso e grossolanamente. Ma questo è un altro argomento).

Purtroppo con il peccato l’ideale dell’Eden è ormai lontano e rimane la tristezza della contemplazione della miseria umana. Non solo nel matrimonio, ma in tutti i campi della vita personale e sociale dell’uomo.

Fu per questo che le previsioni della legge mosaica contemplavano la possibilità del divorzio.

Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo, le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via”. (Deuteronomio 24:1).

L’interpretazione sui limiti ed il significato delle parole di Mosè venne discussa fra il clero ebraico e Gesù. Esaminiamo in dettaglio il senso delle parole riportate dal vangelo di Matteo, dove è descritto questo dialogo del Signore con i Farisei.

      “Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: “È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?” Ed egli rispose loro: “Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?” Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”(Matteo 19:3-6)

La questione riguardava la pratica diffusa ai tempi di Gesù di divorziare senza un valido motivo, che è, bene o male, qualcosa molto simile a quanto succede ai giorni nostri.

La domanda dei Farisei pone enfasi sul motivo del divorzio, non sulla possibilità del divorzio, che era contemplato dalla legge mosaica. Chiedono infatti: “è lecito … per un motivo qualsiasi”?

Allo stesso tempo, nel valutare il senso delle parole di Gesù, dobbiamo tenere conto che la risposta netta del Signore è anche motivata dall’intenzione dietro la domanda posta dai farisei: “per metterlo alla prova”. La loro domanda non è volta ad un sereno approfondimento del significato della Parola di Dio, ma ha il solo scopo di metterlo in difficoltà.

Gesù quindi risponde con un netto “no”. Gesù è intransigente perché argomenta contro chi è troppo permissivo. Prende posizione in maniera netta perché egli non può approvare il divorzio “per un motivo qualsiasi”.[1] Perché tale era la pratica di alcuni ai suoi tempi e tale prassi andava contro la legge mosaica.

     Essi gli dissero: “Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?” Gesù disse loro: “Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio”. (Matteo 19:7-9)

I farisei allora lo interrogano chiedendogli perché Mosè regola il divorzio. Il loro riferimento è il “comando” specifico di dare un atto scritto di divorzio alla moglie ripudiata previsto dalla Legge. Anche la domanda viene posta con lo stesso spirito della prima, cioè per mettere Gesù in difficoltà perché è come se dicessero: “se è come dici tu sul matrimonio, perché Mosè regola il divorzio”?

Rivediamo in dettaglio le parole di Gesù. 

     Gesù disse loro: “Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così.  

Gesù risponde spiegando che il divorzio non era l’ideale di Dio, ma l’unione coniugale. La miseria della condizione umana lo ha, però, reso necessario. “Ma da principio non era così ” è proprio il riferimento aperto alla perfezione della creazione di Dio che è stata turbata dall’ingresso del peccato.

Quindi, stabilito questo, Gesù conferma le previsioni mosaiche, che regolano in maniera precisa il divorzio. Il Signore richiama gli ebrei del suo popolo a mettere da parte la propria interpretazione ed i propri usi, per la fedele applicazione della Legge di Mosè che promuove dei comportamenti equi per le parti coinvolte ed i terzi. Come un vero codice civile dei nostri giorni. Perché per alcuni aspetti la Legge mosaica, è proprio un codice di prescrizioni che permettono il vivere civile.

La chiave di lettura per comprendere il senso delle parole del Signore, è che egli spiega anche in questo caso la Legge mosaica riaffermandone l’interpretazione autentica e diretta contro la tradizione ed i costumi degli ebrei del suo tempo. Gesù non insegna nulla di nuovo, riconduce all’interpretazione semplice e diretta della Parola di Dio, contro usi e costumi del suo tempo che se ne discostavano. Analizziamo quindi nel dettaglio le sue parole.

  Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio”. 

Ma io vi dico” è un’espressione che Gesù ripete più volte nel commentare la Torah, gli scritti mosaici. Ciò che è di solito tradotto “ma” in italiano, corrisponde al greco originale “deὲ” che non necessariamente indica contrapposizione con quanto detto in precedenza, come la traduzione in italiano potrebbe lasciare intendere, ma, è mio avviso, qui semplicemente ritma la frase in greco ed introduce l’interpretazione di Gesù.

       chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione

       Mosè aveva previsto espressamente: “Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo, le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via”. (Deuteronomio 24:1).

Se l’uomo “manda” semplicemente “via sua moglie” senza darle un atto scritto che comprovi il divorzio, sta infrangendo la legge. Evidentemente alcuni allora facevano così e Gesù ne sta sanzionando il comportamento in quanto contro le previsioni di Mosè.

Ciò equivale alla pratica di molti oggi che si separano informalmente e prendono un’altra donna in casa o, più spesso, visto che è prassi in Italia che sia l’uomo a lasciare l’abitazione coniugale, vanno a vivere con un’altra donna. Ciò è adulterio, non una vera separazione e divorzio dal coniuge che permette una nuova, vera unione matrimoniale. E se una tale condotta  (mi spiace dirlo, ma è vero) in Italia è favorita da una legislazione impossibile, le previsioni mosaiche non giustificavano l’agire con tanta leggerezza.

       chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione

       Che significa quella chiarificazione: “quando non sia per motivo di fornicazione”. Anche qui purtroppo l’esegesi che non tenga conto dell’ambiente ebraico e del contesto nel quale Gesù fa la sua affermazione, è errata. Io stesso in passato sono stato mandato fuori strada dal non avere tenuto conto del fatto che Gesù sta semplicemente ribadendo il contenuto della Legge mosaica e non revocandone o rivedendone le previsioni.

La chiarificazione di Gesù è legata al valore legale del matrimonio. Cioè se un uomo manda via sua moglie in maniera informale, senza divorziare per iscritto da lei, ciò è contro la Legge. Tranne che lo stato in cui i due vivono non sia un matrimonio che abbia valore legale. In quest’ultimo senso va intesa l’affermazione di Gesù: “quando non sia per motivo di fornicazione”. Perché non si può divorziare se non ci sono i presupposti per parlare di matrimonio.

L’adulterio o la fornicazione dopo la promessa di matrimonio, ma prima della convivenza della coppia – come nel caso che Giuseppe supponeva per la gravidanza di Maria – non è causa di divorzio. (Mi dilungo sulla questione in una nota, per non perdere qui il filo del discorso.[2]). Il riferimento di Gesù a ciò che qui è tradotto con “fornicazione”, è ad una unione non valida come matrimonio secondo la Legge di Mosè.

      Leggiamo in 1 Corinzi 5:1: “ Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione; e tale immoralità, che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre! 

In questo caso una tale unione (di chi conviveva con la moglie del padre!) non era valida secondo la Legge mosaica, perciò è definita “fornicazione”. Leggiamo infatti in Deuteronomio 22:30: “Nessuno prenderà la moglie di suo padre”. Una tale unione, proprio perché illegittima, non si potrà sciogliere con un atto legittimo quale è il divorzio previsto dalla legge mosaica.

In 1 Corinzi e in Matteo 19, la parola originale è “πορνεία”. Di solito è tradotta “fornicazione”.

Anche in questa occasione, come in altri, la  traduzione della CEI offre un’ottima alternativa. Essa infatti traduce, a mio avviso, alla luce di quanto evidenziato, in maniera più esatta: “chiunque ripudia la propria moglie, se non a caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio”.

       e ne sposa un’altra, commette adulterio”.

       Quest’affermazione merita un chiarimento. Cito dal mio libro “7Q5: Il Vangelo a Qumran?”, pagina 47 della seconda edizione, 2015”.

“Un esempio molto evidente del sostrato semitico dei vangeli possiamo notarlo accostando Matteo 5:15 a Marco 4:21. Qui la copula “e” di una possibile fonte originale ebraica verrebbe resa letteralmente con il corrispondente greco “kai” in Matteo, mentre in Marco la stessa frase viene intesa nel senso più ampio che può assumere grazie alle peculiarità della lingua ebraica e troviamo nell’originale (traduzione?) greco con “ina”, preposizione che indica lo scopo per cui una cosa viene fatta.

      Marco 4:21: “Poi diceva ancora: “Si prende forse la lampada per metterla sotto il vaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul candeliere?” (Nuova Riveduta).

Matteo 5:15: “e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa.” (Nuova Riveduta).

La Nuova Riveduta, in linea con le traduzioni più recenti, in ossequio al chiaro sostrato semitico di Matteo, traduce la congiunzione “kai”, “e”, con “per”.”

Se vogliamo attribuire un senso più ampio alla congiunzione con la quale viene introdotta l’affermazione “ne sposa un’altra”, potremo tradurre: “per sposarne un’altra”.

Detto quanto sopra, proporrei una traduzione “libera” della frase di Gesù che riassuma quanto detto finora per spiegarne il senso.

  “Se un uomo manda via la moglie senza darle un legale documento scritto di divorzio – tranne che l’unione non venga riconosciuta illegittima dalla Legge di Mosè – e lo fa per sposare un’altra donna, commette adulterio.”

Nessuna deroga di Gesù alla Legge – come lui stesso aveva premesso prima di cominciare ad insegnare. Piuttosto il richiamo ad essere fedeli allo spirito ed alle prescrizioni mosaiche.

Questo il sunto delle parole di Gesù: Il divorzio non era nei piani di Dio quando creò l’uomo e la donna. Ma la malvagità dell’uomo lo rende in alcuni casi necessario: che avvenga quindi secondo quanto stabilito dalla Torah.

Se i cristiani sposati fossero tutti perfettamente impegnati a mettere in pratica le parole del Nuovo Testamento sugli obblighi coniugali, il divorzio sarebbe praticamente impossibile fra credenti. Visto, però, che oggi tali semplici direttive vengono ignorate per lasciare il posto agli insegnamenti ricevuti via etere da teleromanzi e telefilm che ben altri modelli di matrimoni ci propongono, anche le unioni fra cristiani risentono dell’atmosfera dei nostri giorni, che così bene si presta alla distruzione delle famiglie.

Anziché guardare ed assorbire dalla tv tutti i modelli sbagliati, sarebbe importante che ogni moglie ed ogni marito fossero a conoscenza dei propri doveri (prima dei loro diritti, che invece ci viene così facile apprendere) come la Scrittura ce li descrive e si sforzassero di vivere di conseguenza.

La conclusione, alla luce delle parole di Gesù, è che la Bibbia permette, per certe particolari circostanze, il divorzio, sebbene non lo promuova e non rappresenti e non sia lo stato ideale voluto da Dio quando creò l’uomo e la donna.

UNA LETTERA.

Ricevo più lettere di chi ha letto quanto ho già scritto frettolosamente e persino malvolentieri  sul divorzio che di chi ha letto i miei libri ed amati studi. E’ leggendo lettere come quella che segue che io trovo il senso e la spinta per continuare il mio lavoro.

e-mail ricevuta il 30 agosto 2015.

Oggetto: DOPO AVER LETTO SUL DIVORZIO

Conosco Dio da 39 anni e mai mi sarei aspettato di incorrere in una situazione di crisi familiare tale da indurci alla separazione e quindi, fra poco, anche al divorzio. Inutile confermare la crisi profonda nella quale mi sono ritrovato in certi momenti per l’etica cristiana alla quale ho sempre tenuto e per l’incomprensione ed il giudizio decisamente privo di fondamento di certa chiesa.
Il tuo articolo mi è servito per ritrovare solidarietà in un problema sempre distratto dalla maggioranza dei cristiani categorici.
Tenevo a comunicartelo perché sapessi che mi è stato utile leggere quelle parole.
G.A.
NOTE 

[1] Tenga conto il lettore che è fondamentale considerare lo scopo di chi parla per ben capire il senso di ciò che dice. Gesù sembra intransigente, assolutamente contro il divorzio in ogni senso, perché prende posizione contro chi lo accetta “per un motivo qualsiasi”. Allo stesso modo io sembrerò permissivo quando mi trovo ad argomentare contro chi è intransigente.

[2] Per l’adulterio le previsioni della Legge erano altre. Si capisce, però, che non si tratta di leggi attuabili. Oggi i tempi e le condizioni sociali sono diversi.

Se uno commette adulterio con la moglie di un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte”. (Levitico 20:10)

 “Quando un uomo sposa una donna, entra da lei, e poi la prende in odio, le attribuisce azioni cattive e disonora il suo nome, dicendo: “Ho preso questa donna e, quando mi sono accostato a lei, non l’ho trovata vergine”,  allora il padre e la madre della giovane prenderanno le prove della verginità della giovane e le presenteranno davanti agli anziani della città, alla porta. Il padre della giovane dirà agli anziani: “Io ho dato mia figlia in moglie a quest’uomo; egli l’ha presa in odio, ed ecco che le attribuisce azioni cattive, dicendo: “Non ho trovato vergine tua figlia”. Ora ecco le prove della verginità di mia figlia”, e mostreranno il lenzuolo davanti agli anziani della città. Allora gli anziani di quella città prenderanno il marito e lo castigheranno; e, per aver diffamato una vergine d’Israele, lo condanneranno a un’ammenda di cento sicli d’argento, che daranno al padre della giovane. Lei rimarrà sua moglie ed egli non potrà mandarla via per tutto il tempo della sua vita. Ma se la cosa è vera, se la giovane non è stata trovata vergine, allora si farà uscire quella giovane all’ingresso della casa di suo padre, e la gente della sua città la lapiderà a morte, perché ha commesso un atto infame in Israele, prostituendosi in casa di suo padre. Così toglierai via il male di mezzo a te. Quando si troverà un uomo coricato con una donna sposata, tutti e due moriranno: l’uomo che si è coricato con la donna, e la donna. Così toglierai via il male di mezzo a Israele. Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, si corica con lei,  condurrete tutti e due alla porta di quella città, e li lapiderete a morte: la fanciulla, perché, essendo in città, non ha gridato; e l’uomo, perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così toglierai via il male di mezzo a te. (Deuteronomio 22:13-24).

Il libro è adesso stato pubblicato