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Il bidone

di Giuseppe Guarino

Un paio di giorni fa sono rimasto senza benzina perché il galleggiante del serbatoio della mia auto s’è rotto. Per farla breve, dirò solo che ho comprato un bidone ed ho messo la benzina. Ho riposto il bidone nel bagagliaio dell’auto e l’ho lasciato lì. In un primo momento ho pensato di buttarlo, visto che, avendolo usato per del carburante, ero riluttante ad utilizzarlo per altro. Ma poi ho ritenuto più opportuno tenerlo, visto che avrebbe potuto rivelarsi utile in qualche altra circostanza.

Ieri sera è stata una serata speciale in chiesa. Sono venuti dei ragazzi italiani (la mia chiesa è americana) e mi è stato chiesto di tradurre. Ci siamo messi da parte, io al centro, loro tutti attorno a me. Quattro ragazzi e una ragazza. Quest’ultima in particolare era molto interessata a sentire la Parola e mi ha sinceramente commosso vedere questa ragazzina così presa dalle cose di Dio. I maschietti, oggettivamente un po’ più immaturi (ma non è sempre così?) hanno trovato presto una scusa per allontanarsi. Ho fatto del mio meglio per fare capire cosa predicava il mio amico John e non solo per tradurre – perché, credetemi, non basta tradurre soltanto le parole dall’inglese all’italiano quando una persona insegna sulla Parola davanti ad una chiesa composta da militari americani.

Poi abbiamo pregato proprio per i ragazzi ed insieme a loro. È stato molto bello e toccante. Per me che ho un figlio pressoché della loro età, è stato molto sentito: quando diventi genitore (almeno così è stato per me) diventi protettivo anche nei confronti dei figli degli altri. Le paure per i giovani sono sempre le stesse. Viviamo in un mondo cattivo e corrotto, che vuole solo usare i nostri figli per farne delle più o meno efficienti macchine per produrre reddito, mentre in realtà Dio ci ha creato per vette molto più alte ed ideali molto più nobili. Il desiderio e la preghiera di noi genitori deve essere che questi giovani capiscano, non cedendo alle seduzioni di questo mondo, al materialismo, ed intraprendano una via di vera felicità e ricchezza SPIRITUALE, che è possibile solo con la continua presenza di Dio attorno a noi e in noi.

Dopo questo stupendo momento, sono uscito dalla chiesa con grande premura perché dovevo andare a prendere mio figlio e dopo di lui la pizza.

Ma è il mio datore di lavoro che decide come e quando impiegare le mie capacità. Con Dio il credente ha una reperibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ma la paga è troppo buona, anticipata, contanti, in una misura colma, scossa e senza trucchi; quindi ne vale abbondantemente la pena. Tutto di premura, alla guida della mia auto, arrivo ad uno STOP e lì mi fermo prima di imboccare la strada principale per tornare a casa. Rivolgendo lo sguardo a sinistra per vedere se la via era sgombra vedo un ragazzone che spinge con grande forza un’auto in salita, la cui naturale discesa era arrestata solo da un marciapiede che bloccava una ruota. Porgo a lui ed a colui che palesemente era il proprietario dell’auto una domanda assurda: – avete bisogno d’aiuto?

La domanda – non siamo ipocriti – nel mio caso, di premura, con un figlio ed una pizza ed un altro figlio ed una moglie a casa che aspettano era più nella speranza di sentirmi dire:   – no, non ti preoccupare, ce la facciamo da soli, vai a prendere tuo figlio e la pizza che noi ci arrangiamo.

Ma non fu questa la risposta.

– Avete bisogno d’aiuto?

– Si. – Risposero entrambi.

Scesi dall’auto. Mi informai domandando quale fosse il problema. Mi venne detto che era finita la benzina. E fu naturale per me chiedere ai due a cosa servisse spingere un’auto senza benzina. Consigliai quindi, anche visto che la famiglia del proprietario era in macchina appesantendo ulteriormente il veicolo, di evitare di spezzarsi la schiena  spingendo l’auto, per giunta in salita, e, invece, assecondare la discesa e parcheggiarla con una ruota sul marciapiede. Spiegai al proprietario del veicolo che se manca la benzina semplicemente manca la benzina, e non serve a nulla spingere. Il mio ragionamento lo ricondusse alla ragione. Con l’auto e gli occupanti ormai al sicuro, tornai alla mia auto, al mio percorso, al pensiero di figlio, pizza, moglie e figlio. Ma proprio mentre giro l’auto e finalmente prendo quella benedetta strada per andare a casa, vedo un uomo che percorre quella stessa strada in salita con un improbabile contenitore blu in mano.

Sarà servito a qualcosa stare seduto in chiesa per quasi trent’anni a sentire predicare la Parola di Dio, no? Poi se aggiungiamo anche la presunzione di leggerla e studiarla, dovremmo sperare che tutte queste informazioni accumulate dovranno pure servire a qualcosa. O sono buone soltanto per sentirmi dire bravo quando scrivo uno studio, o insegno, o predico? Evidentemente non è andato tutto perso, perché davanti a quel bivio che è la possibilità di fare qualcosa di buono aiutando il prossimo o fare finta di niente, ho preferito indossare i panni del Samaritano diretto a Gerico. Mi fermai e dissi all’uomo di salire in auto con me.

Era un ragazzo nigeriano. Gli chiesi se era cristiano o musulmano. Lui mi disse cristiano cattolico. Io gli dissi che ero cristiano evangelico. Il tragitto fu breve e lui mi ringraziò diverse volte. Nella semplicità della sostanza del vangelo, gli dissi che il Signore ci ha messi sulla terra per aiutarci a vicenda e non per scannarci a vicenda, come invece la maggior parte della gente fa nel mondo. E lui concordò. Aggiunsi anche che Dio è il centro della nostra esistenza e il nostro punto di riferimento.

Arrivammo al rifornimento di benzina.

Aveva 10 euro ed un contenitore di soli 4 litri. E, grazie a Dio, ancora 10 Euro bastano per comprare più di 4 litri di benzina. Ovviamente la cosa, davanti a quella pompa di benzina con distributore automatico, non era un problema da nulla.

Poi pensai: il bidone! Io avevo ancora il bidone in auto.

Potete immaginare la contentezza di quell’uomo che aveva incontrato probabilmente l’unico siciliano in quel paesino sperduto con in auto un bidone da 10 litri (non ne avevano meno capienti quando ero andato a comprarlo). Per un ragazzo nigeriano 10 euro non sono poca cosa e non dovere buttare un paio di litri di benzina è una piccola benedizione.

Con il sorriso in bocca tornammo alla sua auto. Sulla via di ritorno parlammo di quanto sono belli i figli e come ti danno gioia e coraggio. Due papà, tanto lontani culturalmente, ma, alla fine, con così tante cose in comune! Gli dissi a quale chiesa appartenevo. E lui mi disse che ci conosceva perché siamo proprio vicino casa sua.

Lo lasciai e mi strinse forte la mano ringraziandomi.

So che Dio ha messo nella mia auto quel bidone proprio per aiutare quel ragazzo e la sua famiglia ieri sera. E allora anche la serata di freddo che ho preso quando sono rimasto senza benzina in autostrada e anche i 122 euro per il traino dell’auto mi sembrano avere un senso.

Ovviamente ho lasciato a lui il bidone. Non era mai davvero appartenuto a me: Dio me l’aveva dato solo per poterlo usare al momento giusto.

1 marzo 2012