Isaia 9:5 e la Deità del Figlio di Dio

di Giuseppe Guarino

Sto studiando Isaia in una edizione multilingue molto bella (italiano, greco, latino ed ebraico interlineare) edita dalle Paoline. Il contatto con l’originale ebraico, ma anche con una versione così antica come la LXX è davvero emozionante, significativo, ci fa scoprire dettagli non subito evidenti nella traduzione. Qui esamino l’affermazione “Dio Potente” di Isaia 9:5.

Copertina di 'Isaia'

Isaia 9:5

“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…”

L’interpretazione messianica di questo brano è praticamente unanime. Esso è attribuito al Cristo che è Consigliere Ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…

Gesù quindi è Dio. Ciò è inteso anche nell’Antico Testamento – come persino gli ebrei messianici di lingua ebraica credono, e proprio sulla scorta di affermazioni del tenore di Isaia 9 e altri brani messianici di questo libro meraviglioso.

Quando ai Testimoni di Geova viene presentato questo passo della Scrittura, ovviamente essi hanno da ridire, cercano delle scappatoie, delle possibili soluzioni che facciano dire alla Bibbia ciò che il loro organo direttivo sostiene, quello che l’organizzazione insegna – è la loro prassi.

I semplici cadono vittime di un errore che un esegeta, ma anche un intelligente lettore serio e motivato della Bibbia non può permettersi di commettere.

Chi legge la Bibbia, se ritiene che essa sia la Parola di Dio, la legge per capire cosa dice e conformare il proprio pensiero al suo insegnamento. Procedere in senso inverso, cioè trovare ogni possibile spiegazione per aggirare il senso letterale ed evidente di un brano per rimanere alle proprie idee preconcette è proprio la strada da non percorrere, è quella che ci allontana dalla Verità e da Dio.

Isaia insegna che il Messia è Dio?

La semplice risposta è: si.

Lo apprendiamo semplicemente leggendo il brano. Definire il bimbo nato, il figlio dato, come Dio (potente) già dovrebbe bastarci a farci ritenere che egli sia Dio.

A volte può sfuggire una semplice immediata regola per la comprensione di un testo: il testo dice quello che dice. Ma è proprio la prima da tenersi in considerazione. Poi, ovviamente, vanno considerati contesto, storico e letterario, circostanze, ecc.

I Testimoni di Geova mi hanno detto che Gesù è “dio potente” e non l’Iddio Onnipotente. Eppure la Traduzione del Nuovo Mondo traduce “Dio potente” qui, con la D maiuscola. Non è “un dio”, non è “divino”, è Dio, e Dio potente.

In ebraico Dio potente è

Nel nostro alfabeto:

El Ghibbor

Se questa affermazione non fa del Messia Dio, come possiamo spiegare che la stessa, la medesima, identica, poco più avanti, in Isaia 10:21 è inequivocabilmente riferita a Dio, a יהוה (Geova)?

Isaia 10:20-21 dice così:

“In quel giorno il residuo d’Israele e gli scampati della casa di Giacobbe smetteranno di appoggiarsi su colui che li colpiva, e si appoggeranno con sincerità sul SIGNORE (יהוה), sul Santo d’Israele.  Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà al Dio potente (אל גבור)”.

La Traduzione del Nuovo Mondo traduce così:

“Quel giorno i rimanenti d’Israele e i superstiti della casa di Giacobbe non si appoggeranno più a chi li colpiva, ma si appoggeranno a Geova, il Santo d’Israele, con fedeltà. Solo quelli che rimarranno, il resto di Giacobbe, torneranno dal Dio Potente“.

Geova è Dio potente (אל גבור); il Messia è Dio potente (אל גבור). Due più due fa quattro. Chi si vuole convincere a ogni costo che faccia cinque è il problema, non il dato oggettivo che il risultato sia quattro.

Per l’ennesima volta rimando al mittente quel fastidioso: Svegliatevi!

 

 

 

 

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